Sono un turista di Prali che a furia di
andarci se ne è innamorato.
Prali è facilmente accessibile da dove abito in settimana, cosa che lo
rende il più probabile obiettivo delle gite domenicali.
Però, per me, è molto di più. Aver frequentato un luogo fin da piccolo
significa avere ricordi di persone e cose che non ci sono più, aver
vissuto difficoltà e problemi, aver provato entusiasmo e soddisfazione
nonché delusioni e preoccupazioni.
Sono tutti quei sentimenti che pian piano fanno piantare le radici a
fondo in un piccolo universo che, agli occhi di chi lo conosce, è
meraviglioso.
Gli amici spesso mi prendono bonariamente in giro per il mio
“fanatismo” pralino. Beh… Non hanno torto. Non è che disdegni le
occasioni che ho di fare gite altrove; anzi! Però altrove trovo le
bellezze dei panorami e poco altro perché non ho conoscenze adeguate.
Qui invece a furia di leggere ed ascoltare la questione è un po’
diversa.
Nel corso dei secoli, su Prali e dintorni è stata scritta una valanga
di carta. Le ragioni sono essenzialmente due: l’appartenenza alle Valli
Valdesi e l’essere ricco di miniere, specialmente di talco. Questi due
fatti, di per sé non correlati, hanno dato il via ad una produzione
letteraria anomala rispetto ad altri luoghi di dimensioni simili.
I secoli delle persecuzioni religiose hanno portato un alto interesse
per la zona, specialmente da parte delle potenze protestanti, ancora
oggi visibile dalla quantità enorme di testi pubblicati in inglese,
francese, tedesco ed altre lingue ancora; senza contare la produzione
locale naturalmente.
L’abbondanza di miniere ha invece suscitato notevoli interessi di tipo
industriale. Con la progressiva riduzione dell’importanza
dell’industria mineraria è poi sorto un interesse nuovo per
l’archeologia industriale che sta portando a riscoprire storie e glorie
del passato. Di conseguenza si trova una certa abbondanza di documenti
tecnici del settore minerario fino a tutto il ‘900 mentre dalla fine
del ‘900 cominciano a emergere pubblicazioni specificatamente orientate
all’archeologia industriale.
Nel corso di anni ho letto pubblicazioni vecchie e nuove, ho ascoltato
chi mi ha parlato dei luoghi e delle persone del passato e
occasionalmente ho avuto il piacere di partecipare come volontario a
varie iniziative di promozione dei luoghi.
Questo mi mette in una condizione particolare. Quando vado a spasso,
ogni sasso ha qualcosa da dirmi. Ogni luogo è legato a qualcosa che è
accaduto. Tutto ha un motivo di essere com’è e non è lì per caso. Anche
quando sono solo, non lo sono. Vivo in un mondo che mi parla e di cui
mi sento profondamente parte.
Questo sito è una raccolta – perennemente in aggiornamento – di mie
fotografie e delle conoscenze che col tempo ho raccolto. Affrontando un
po’ di tutto, è esposto al rischio di errori ed omissioni. Me ne scuso
in anticipo, ma spero siano perdonabili ad un dilettante. Sarò invece
molto grato a chi, facendomeli notare, mi permetterà di migliorare.
La mia sindrome maniacale non è così grave da focalizzare ottusamente
l’attenzione su Prali e basta. I contenuti spaziano anche sul mondo
circostante.
Il materiale che espongo: immagini, testi, video, audio o altri sono
prodotti da me salvo quando diversamente specificato.
Per contattarmi:
[email protected]
Grazie a tutti!
Massimo Martelli
P.S.
Precisazione su quanto pubblicato.
Tutto il materiale pubblicato: testi, foto, documenti scritti, audio e
video sono stati fatti da me salvo dove diversamente specificato.
Per quanto riguarda il materiale di terzi che ho pubblicato ho le
autorizzazioni necessarie e/o mi sono attenuto alle leggi vigenti. Cito
la fonte ove mi è stato permesso di farlo e la lascio anonima dove mi è
stata data questa indicazione.
Eventuali errori od omissioni sono del tutto involontari. Chiedo a chi
ne notasse di contattarmi alla mia
mail per poter provvedere di
conseguenza.
Grazie