Tutte le inaugurazioni che si rispettano comprendono una lunga sequela
di ringraziamenti.
È fin troppo facile cadere nella trappola delle frasi fatte e
dell'elenco lunghissimo per non offendere nessuno.
Ciò nonostante è importante correre questo rischio per rendere merito a
coloro che si sono dati da fare.
Per limitare al minimo il rischio di dimenticare qualcuno proverò a
farlo riassumendo le tappe salienti del progetto e chi se ne è occupato.
Nella seconda metà degli anni '90 in un consiglio direttivo
dell'Associazione Naturalistica Pinerolese il direttore del museo
presenta l'ipotesi di portare il museo a Villa Prever. Il Consiglio
Direttivo approva. Da allora se ne sono succeduti 3.
L'allora sindaco, contattato in prima fase in modo informale, condivide
l'idea che nelle fasi successive avrebbe coinvolto 3 amministrazioni.
L'esecuzione dei lavori ha richiesto progettisti, sovrintendenze,
muratori, imbianchini, tubisti, elettricisti, restauratori di opere
pittoriche e di stucchi, restauratori di arredi, consulenti della
sicurezza ed altri ancora.
Trasloco e allestimento hanno richiesto un'impresa di traslochi,
esperti nella posa di tappeti, vetrai, imprese di pulizie, tipografie...
Il tutto è stato tenuto insieme da volontari che per tutto questo tempo
hanno supportato lo sviluppo dei lavori di competenza istituzionale e
fatto direttamente una varietà di lavori dal ricupero di oggetti nella
villa prima dei restauri e fino al ripristino e allestimento.
Esistono volontari “permanenti” che si occupano sistematicamente del
museo, e molti “occasionali” che a fronte di richiesta specifica si
precipitano ad aiutare. A questi va la massima parte del merito per il
trasloco vero e proprio che è avvenuto principalmente con loro.
E infine: l'inaugurazione!
Qui ci sono voluti i volontari, l'amministrazione, l'istituto
Alberghiero, i Daù e le altre associazioni che in qualche caso hanno
dovuto rinunciare alla serata per permettere la festa.
E per il futuro: il comitato scientifico.
Il trasferimento nella nuova struttura è stato usato dall'Associazione
come occasione per costituire un Comitato Scientifico strutturato che
inizierà ad occuparsi del museo insieme ai volontari. Sono stati
coinvolti personaggi che operano nel settore in modo professionale che
hanno risposto in modo positivo e con entusiasmo all'idea.
Confido che questo piccolo racconto possa essere un ringraziamento
almeno senza omissioni clamorose per tutti coloro che a titolo
volontario o professionale, in modo continuo o occasionale, hanno
permesso di arrivare al traguardo.