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Fantastoria a Pinerolo.

Durante la seconda occupazione francese (1630-1696), a Pinerolo veniva costruita la Caserma Vittorio Amedeo II su progetto di Vauban Sébastien Le Prestre.
Un capolavoro di architettura militare destinato ad affrontare tre secoli di storia.
La sua importanza militare è andata riducendosi nel tempo e verso la metà del XX secolo era diventata alloggio di qualche decina di famiglie e veniva usata da vari laboratori artigianali.
Erano anni di rapidissimo sviluppo industriale ed economico. L'entusiasmo per le novità era dirompente, il traffico automobilistico cresceva rapidamente e veniva visto come un'entusiasmate indice del progresso. Un chiaro esempio di questo si trova in un articolo di Luigi Timbaldi pubblicato in un suo libro del 1926. “Sullo stradone napoleonico, che porta a Fenestrelle, passa rombando fragorosamente il magnifico torpedone rosso, sul quale è scritto in bianco a caratteri cubitali: Torino—Sestrières—Clavières—Briançon. È la modernità vertiginosa che lancia il suo grido di conquista!”. Solo qualche decennio dopo sarebbero nate le prime preoccupazioni per l'impatto che il traffico cominciava ad avere sull'ambiente.
La caserma veniva in quel periodo vista come un ingombrante edificio vecchio e si pensava cosa farne.
Nel 1960 il crollo di una parte dell'edificio faceva improvvisamente salire la preoccupazione creata dall'ingombrante rudere.
Ne è nato un dibattito dai toni spesso accesi in cui si fronteggiavano i fautori della demolizione che avrebbe lasciato liberi ampi spazi in centro città per ospitare strade e parcheggio, e coloro che sostenevano l'importanza storica e architettonica dell'opera e quindi l'opportunità di conservarla.
La discussione è durata a lungo. A fasi alterne si è arrivati quasi alla decisione di demolire per poi soprassedere. Il tutto è rimasto lì a languire. Periodiche polemiche rinfocolavano il dibattito che sistematicamente cadeva di nuovo nel dimenticatoio.
Fra occupazioni abusive e usi occasionali la struttura arrivava in condizioni di degrado agli anni '90.
In quel periodo stavano cominciando ad andare di moda “Outlet”. L'idea era di costruire piccole cittadine ex-novo studiate con architetture accattivanti spesso ispirate al passato e concepite per essere piacevoli per i visitatori ed invitarli a rimanere a lungo sul posto e visitare con calma i vari esercizi commerciali.
Mentre la costruzione di nuovi centri diventava un fatto comune, ad un gruppo di imprenditori veniva in mente di farne uno come tutti gli altri ma con una caratteristica speciale. Essere fatto in un edificio veramente d'epoca. La scelta cadeva sulla Caserma Vittorio Amedeo II di Pinerolo.  Grande abbastanza  e con abbondanti spazi si presentava già costruita, e le condizioni di degrado rappresentavano un paradossale vantaggio perché consentivano di risistemare il tutto ad-hoc ottenendo anche un eccellente ricupero architettonico. La poca distanza dalla periferia permetteva di fare parcheggi dai quali le navette portavano gli ospiti direttamente sul posto.
L'idea si rivelava un successone. Migliaia di persone ogni week end e in minore misura anche in settimana entravano nel centro commerciale accolti dallo stemma di Luigi XIV Re di Francia.
Poi uscivano anche “dalle mura” scoprendo altri commerci, il centro storico, le chiese, i musei, bar, ristoranti...
L'Outlet era diventato la scintilla che aveva portato nuova prosperità e innescato l'arrivo del turismo in città.



Anzi, no. Adesso che ci penso; l'hanno abbattuta.

Chissà perché... Questi pensieri mi sono balenati in testa quando c'è stato l'incendio del ex Merlettificio Türk.

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