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Ricordo di Giuseppe Schiavinato

              

Questo testo presente nell’archivio del Museo delle Collezioni Mineralogiche Gemmologiche Petrografiche e Giacimentologiche del Dipartimento di Scienze della Terra "Ardito Desio" - Università degli Studi di Milano è la presentazione dell’ultimo libro scritto da Emanuele Grill poco prima della sua scomparsa; Minerali industriali e Minerali delle rocce. Ed. Hoepli, pagg. 874 e figg. 434, Milano 1963.


A conclusione di una vita interamente dedicata allo studio dei minerali ed all'insegnamento della mineralogia nelle Università di Firenze, Modena e Milano, Emanuele Grill si accinse alcuni anni or sono, a scrivere questo trattato con il preciso intento di fornire un quadro esauriente ed aggiornato dei dati indispensabili per il riconoscimento delle specie mineralogiche, ed in special modo di quelle che figurano fra i costituenti di rocce e di aggregati minerari di interesse economico.

Nella letteratura scientifica italiana non mancano ottimi e moderni trattati di mineralogia: essi hanno però finalità essenzialmente didattiche e, dovendo tener conto degli attuali ordinamenti universitari - che nel nostro paese lasciano ancora troppo poco tempo all'insegnamento della mineralogia - danno adeguati sviluppi alle trattazioni teoriche o generali relative a questa disciplina, ma non possono per lo più essere considerati veri e propri strumenti di consultazione per la parte descrittiva e sistematica che pur rappresenta una indispensabile fonte di dati e di conoscenze in vasti campi di attività scientifiche, tecniche ed industriali.

I grandi progressi compiuti nell'ultimo cinquantennio dalle concezioni teoriche e dalle tecniche di indagine sulla composizione, le proprietà e la struttura cristallina dei minerali hanno portato a nuovi principi anche nel campo della loro classificazione, ed hanno fornito le basi per una più razionale sistematica fondata essenzialmente sulle caratteristiche reticolari.

Ma i compiti della mineralogia non si esauriscono nello studio, sia pure molto approfondito della morfologia, e dell'insieme o del dettaglio delle proprietà intrinseche di un minerale, al fine di situarlo in una corretta classificazione: è necessario ancora conoscere le modalità geologiche dei suoi giacimenti, le condizioni nelle quali esso si associa ad altre specie mineralogiche o si trasforma per conseguire un nuovo equilibrio in rapporto a mutate condizioni chimico-fisiche di ambiente.

L'interesse ed il campo d'azione della mineralogia si estendono perciò a diversi livelli d'organizzazione della sostanza terrestre alle grandi masse rocciose dei continenti e delle catene montuose, agli aggregati di minerali che formano le rocce, agli edifici di atomi che costituiscono i minerali. Il geologo tettonista o stratigrafo, il sedimentologo, il geofisico, il giacimentologo, il geochimico, il petrografo non possono sviluppare o approfondire le loro ricerche senza una solida conoscenza dei minerali e delle loro condizioni di genesi e di giacitura.

Per questo era da tempo sentito, fra gli studiosi italiani di discipline geomineralogiche, il bisogno di un trattato che, con gli indispensabili cenni ai principi generali ed alle metodologie sperimentali oggi in uso nello studio delle specie minerali, fornisse, per almeno gran parte di queste, i caratteri diagnostici di ordine morfologico e chimico-fisico in una prospettiva sistematica rigorosa e con chiare indicazioni sulle condizioni genetiche e sull'importanza teorica o economico-industriale.

A queste esigenze soddisfa il presente trattato che nella seconda parte, dedica oltre 600 pagine alla descrizione di circa 900 minerali e si sofferma molto opportunamente sui giacimenti italiani senza trascurare preziose notizie sulle collezioni esistenti nel nostro paese.

Le altre due parti del trattato - di mole molto ridotta date le finalità dell'opera - riguardano i principi generali di cristallografia morfologica, di fisica cristallografica e di cristallochimica e comprendono esposizioni chiare e sintetiche sui metodi diagnostici usati in mineralogia.

È in queste due parti minori e complementari che il lettore più attento potrà forse avvertire, qua e là la mancanza della rifinitura finale dell'Autore, scomparso dopo brevissima malattia, nel settembre 1961, proprio mentre attendeva alle ultime correzioni e revisioni del testo già in corso avanzato di stampa. L'ultima opera di Emanuele Grill resta così a noi come documento vivo del suo magistero durato circa mezzo secolo e caratterizzato da una esemplare dedizione alla scuola ed al progresso della mineralogia.


Giuseppe Schiavinato

Direttore dell’Istituto di Mineralogia e Petrologia dell’Università di Milano



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