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Lizzatura

Abituati come siamo ai viaggi spaziali, ai telefoni cellulari, a fare le vacanze in un altro continente, a mangiare frutta Sud Americana e ad usare Computer Asiatici, ci sembra ormai strano che in un'epoca passata ma tutto sommato molto vicina a noi si usassero ancora tecnologie che oggi fatichiamo a considerare... Tecnologie.
Eppure, trascinare giù dai monti macigni di grandi dimensioni ed enormi pesi è un problema che ha fatto rompere la testa e la schiena per generazioni e che dal mondo antico fino a pochi decenni or sono si è risolto pressapoco allo stesso modo.
Scrivendo questo testo ho notato che il controllore ortografico segnalava come errore la parola “lizzatura”. Non credo sia lui l'unico a non averla mai sentita. Apparentemente consiste nel trascinare sassi con gran fatica. E invece c'è un gran contenuto tecnico per l'epoca. Il manuale Hoepli del settore dedica ampi spazi all'argomento e ci aiuta a capire la tecnica in generale e in particolare come sia stato possibile in epoche passate estrarre marmo alla cava Cabitto a 2000 metri di quota nella Val Germanasca in mancanza di vie di comunicazione significative e tanto meno di mezzi di trasporto moderni.

Tratto da:
ARTE MINERARIA Volume Secondo
Luigi Gerbella
Ulrico Hopeli 1938


CAPITOLO PRIMO: LIZZATURA

Gerbella Copertina

Prima di abbandonare l'argomento dei trasporti esterni, vogliamo accennare ad un sistema tutto particolare per far scendere i blocchi di marmo, o altre pietre ornamentali, dalle cave in cui sono stati estratti, ai sottostanti piani caricatori, posti in margine ad una rotabile o ad uno scalo ferroviario.
Si tratta quasi sempre di superare dei dislivelli grandi su brevi distanze orizzontali; generalmente, quindi, i blocchi non avranno bisogno di essere tirati, ma trattenuti.
Gli antichi facevano rotolare i blocchi estratti lungo i fianchi del monte. Ora questo sistema, chiamato abbrivio, è abbandonato, perché pericoloso per le persone e dannoso per il materiale.
Per la discesa dei blocchi dalle cave non raggiunte da strade ordinarie, salvo casi d'impiego di teleferiche e di piani inclinati, è adottata la lizzatura a mano o meccanica.
Lizzatura a mano. — Per la lizzatura a mano, i blocchi sono riuniti in cariche, cioè riuniti e legati in numero tale da fare un peso di 12-1-20 tonn.
A mezzo martini, si alza la carica, e si fanno scorrere sotto di essa, prima una serie di piccoli legni spianati P (fìg. 38) chiamati parati, disposti trasversalmente alla direzione del movimento, e quindi due lunghi legni L, detti lizze, ben spianati inferiormente, con le estremità anteriori alzate, disposti longitudinalmente nel senso del movimento.
Le lizze e i parati sono generalmente di leccio, di faggio o di quercia.

Fig 38

I parati sono direttamente posati sopra i detriti di cava, generalmente seguendo linee di massima pendenza, previa una embrionale spianatura, per costituire una specie di pista, detta via di lizza, fiancheggiata da piri T, attorno ai quali si avvolgono le funi di ritenuta.
Le funi adoperate per ogni carica sono tre, delle quali due sempre in tensione, mentre la terza si sposta al piro sottostante. Così, ad esempio, nella fig. 38 le funi Fl e F2 sono in tensione, mentre la fune F3, essendo completamente svolta, si sposta al piro S, in modo che sia pronta ad entrare in azione, prima che la fune F2 sia completamente svolta. Si sposterà poi F2, prima che sia completamente svolta F1, e così di seguito.
Un tempo si usavano per la lizzatura funi di canapa, ora sostituite da funi di acciaio di tipo ultra flessibile, formate di 6 trefoli e 7 anime di canapa, una per ogni trefolo ed una al centro della fune.

Fig. 39

Il calcolo delle funi si farà naturalmente a tensione, ricordando che (vedi fìg. 39) le funi devono resistere allo sforzo F dato dalla equazione:

F = P sen α — f P cos α.

dove:
P, è il peso della carica;
α, l'angolo d'inclinazione massima della via di lizza;
f, un coefficiente di attrito fra lizze e parati, che può ritenersi uguale a 0,08÷0,16 ed anche più, a seconda delle condizioni delle superfici a contatto, che possono anche essere insaponate, per facilitare la discesa nei tratti pianeggianti della via di lizza.
Si suppone naturalmente che una sola fune debba sostenere tutto lo sforzo F. Come coefficiente di sicurezza, si assume 3÷4.
Supponiamo, ad esempio, di dover scendere una carica di 20 tonn. in una via di lizza, con inclinazione massima di 48°, e riteniamo sia f = 0.10, sarà:
F — 20 . 0,64 — 0,10 . 20 . 0,77 = 11,26 tonn.
Assumendo un coefficiente di sicurezza uguale a 3, avremo che le funi da impiegare dovranno avere un carico di rottura di kg. 11260 x 3 = kg. 33780.
Volendo scegliere ad esempio la fune fra quelle dello specchio che segue, costruite dalla Soc. Redaelli di Milano, sceglieremo quella di 28 mm. di diametro, che resiste ad un carico di rottura di kg. 37000, oppure quella di 30 mm. di diametro, che resiste ad un carico di rottura di kg. 37500.

Radaelli

Nella scelta del tipo di fune, occorrerà, naturalmente, tener conto anzitutto, della flessibilità in rapporto al diametro minimo dei piri, per non rendere penosa e faticosa la manovra agli operai e non produrre sollecitazioni pericolose per la durata delle funi.
Le funi sono avvolte 3÷4 giri intorno ai piri, per avere uno sviluppo di attrito tale che all'estremità libera sia sufficiente una debole tensione a trattenere tutto il carico gravante sulla fune.
I piri sono costituiti da un'anima resistente centrale, fatta con un tondone di castagno od altra essenza, del diametro di circa 30 cm. infilato in foro quadro, e da un rivestimento di circa 10 cm. di spessore, costituito da pezzi di vecchi parati e lizze destinati ad essere frequentemente ricambiati, in seguito alla rapida usura prodotta dalle funi. I piri sono infilati nel monte anche in posizione diversa dalla verticale, oppure in blocchi o massi di sufficiente peso, detti forti, disposti lungo la via di lizza e sepolti quasi completamente dai detriti.
La manovra della lizzatura è diretta da un capo lizza, coadiuvato da una dozzina di operai, e precisamente: due o tre stradini, che assestano la strada prima del passaggio della carica, assicurandosi che i piri siano sufficientemente solidi e rimuovendo eventuali ingombri caduti nella via di lizza; tre o quattro operai per lo spostamento dei parati, tolti appena passata la carica e passati al capo lizza, che li colloca davanti alla carica; 3 mollatori per le manovre alle funi e 2÷3 aiuto mollatori, che trasportano le funi da un piro all'altro.
Non solo sono insaponati le lizze e i parati, ma anche i piri e le funi sono lubrificate con residui di olii e saponi, per facilitare lo scorrimento ed impedire il riscaldamento eccessivo delle funi.
Raramente le vie di lizza hanno pendenza superiore al 100 % e sarebbe bene non superassero il 70 %.

Fig 40

La fig. 40 rappresenta una squadra di lizzatori all'opera, con la carica quasi arrivata alla base della via di lizza. Questa corre parallela ad un piano inclinato.
In P sono indicati i piri della via di lizza.

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