L'attività scientifica di
Mario
Strani l'ha portato a frequenti scontri con l'infinità di
pregiudizi e luoghi comuni di cui la società umana è intrisa. Ha
lottato per evidenziare quanto è pericoloso credere ciecamente in
concetti clamorosamente sbagliati e illustrare l'importanza del metodo
scientifico.
Questo libro contiene due passi che costituiscono ottimi esempi di
quanto lui spiegava.
Mario Strani ha
contribuito alla preparazione dell'edizione italiana di questo libro.
Funghi – Perre Montarnal – Mondadori 1964 – Edizione italiana a cura di
Maria Gabriella Aliverti e Mario Strani.
Tabula rasa dei pregiudizi.
Prima di tutto, bisogna dimenticare le ricette, le formule, le
credenze, in una parola, i pregiudizi che fin dall'antichità vengono
trasmessi di generazione in generazione. Non potendoli eliminare,
sarebbe bene che chi visita questo museo si convincesse che per
conoscere un fungo bisogna saperlo identificare; ogni altro metodo è
illusorio e pericoloso.
Se lo mangia la lumaca lo possa
mangiare anche l'uomo.
Le lumache, per esempio, sono ghiotte anche della amanita verdognola,
letale per l'uomo.
I funghi che cambiano di colore a tagliarli, siano tossici.
Vi sono molti funghi, fra cui diversi boleti che, tagliati, cambiano di
colore, pur essendo ottimi funghi mangerecci. Altri, invece, sono
immangiabili perché amari, come il boletus lupinus, o perché indigesti,
se non proprio tossici, come il boletus satanas. Il cambiamento di
colore non ha, quindi, valore indicativo dal punto di vista della
commestibilità.
Se si mette tra i funghi che cuociono un oggetto d'argento, questo
annerisce se i funghi sono tossici.
L'argento non annerisce con l'amanita verdognola fresca (mortale), ma
annerisce con qualunque fungo commestibile avariato (per produzione di
solfuro d'argento).
I funghi di sapore dolce e odore gradevole siano commestibili.
L'amanita verdognola è dolce, l'entoloma livido, molto tossico, ha un
odore gradevole.
I funghi che recano un anello siano commestibili.
Errore fatale: l'amanita verdognola ha un anello.
I funghi che crescono nei prati siano innocui.
Non fidatevi, non si sa mai: potrebbe essere un antico bosco con ceppi
celati nel terreno.
I funghi che si fanno macerare nell'aceto salato per alcune ore e poi
bollire, sono commestibili, se si ha cura di gettar via l'acqua della
bollitura.
È falso per l'amanita verdognola; per gli altri, anche se fosse vero, e
non è certo, non è consigliabile il procedimento, a meno che non siate
appassionati ... di midollo di sambuco cotto e stoppa.
Perché i nomi
latini?
Occorre rispondere a una domanda che certamente ci si pone: «Perché,
anche rivolgendosi ad un pubblico vasto e non specialista, si ricorre
ai nomi latini per indicare i funghi?».
Semplicemente perché non si può fare altrimenti. Infatti:
Non tutti i funghi hanno il nome italiano e quando l'hanno, esso non è
uguale dappertutto: per esempio, l'Amanita vaginata è chiamata in
Toscana Bubbolina rigata; nel Trentino, Colombina; in Lombardia,
Gamba-longa.
Lo stesso nome italiano non indica dappertutto lo stesso fungo: per
esempio, il nome di Colombina, che in Trentino viene usato per indicare
l'Amanita vaginata, è in altre regioni attribuito alla Russula
virescens.
I nomi latini sono universali e permettono a tutti di comprendersi,
anche se di nazionalità diversa: il latino è la lingua della botanica.
Nomenclatura binomiale
Linneo - Carl Nilsson Linnaeus - è l'autore della definizione e
l'introduzione nel 1735 della nomenclatura binomiale, basata sul
modello aristotelico di definizione mediante genere prossimo e
differenza specifica, nel sistema di classificazione delle piante,
degli animali e minerali. Con questo metodo tassonomico (concepito poco
più di un secolo prima da Bauhin) a ciascun organismo sono attribuiti
due nomi (di origine latina): il primo si riferisce al Genere di
appartenenza dell'organismo stesso ed è uguale per tutte le specie che
condividono alcuni caratteri principali (nomen genericum); il secondo
termine, che è spesso descrittivo, designa la Specie propriamente detta
(nome triviale o nome specifico).
La portata dell’innovazione fu enorme; precedentemente alla
nomenclatura binomiale il sistema di nomenclatura era semplicemente
basato su un'estesa descrizione di ogni pianta, in latino, per i
caratteri distintivi ritenuti di rilievo, in modo del tutto arbitrario,
da ogni classificatore.