In tutto il suo lavoro, l'ingegner Ercole Ridoni ha prestato una
grande attenzione alle persone. Nelle sue pubblicazioni descrive spesso
i mezzi usati per rendere più sopportabili le condizioni di lavoro; in
particolare non si contano le iniziative per migliorare la ventilazione
e lo scolo delle acque nelle miniere e quelle per migliorare la
sicurezza del lavoro in fabbrica.
Proprio l'ingegner Ercole Ridoni, parlando dei mulini per la
macinazione del talco fa notare:
«Non
più la bianca polvere si diffonde liberamente all'esterno, ma neppure
all'interno degli opifici, dove con sistemi adeguati di ventilatori o
di aspiratori si riesce a raccogliere la maggior quantità di
pulviscolo, tutto a vantaggio dei prodotti e della salute degli operai».
Parlando del processo di arricchimento della grafite ci ricorda :
«In
Italia non avevamo preparazione di acido fluoridrico, che specialmente
in Germania e Francia producevano: vi abbiamo supplito usando l'ottima
fluorina di Collio in Val Trompia, in un apparecchio di nostra
fabbricazione capace di produrre direttamente le soluzioni fluoridriche
a titolo variabile, ed in condizioni tali da eliminare ogni danno e
pericolo per gli operai che vi sono addetti».
Visto che tutte
queste cose le ha scritte lui, potrebbe sorgere qualche dubbio sulla
loro effettiva corrispondenza ai fatti, ma ci è giunta una precisa
testimonianza al riguardo dal Parroco di Boccheggiano (paese dove
l’ingegner Ridoni diresse per alcuni anni la miniera delle Merse).
Egli, in una lettera scritta al nipote nel 1967, racconta di come, alla
partenza dell’ingegner Ridoni dalla direzione della miniera,
“i minatori improvvisarono una
manifestazione plebiscitaria di simpatia quale attestato alla sua bontà
ed umanità.” Questo
avveniva fra gli ultimi anni dell'800 e l'inizio del '900, in un’epoca
nella quale in tutta Europa le condizioni di lavoro nelle fabbriche e
nelle miniere erano del tutto simili a quelle che oggi troviamo nei
paesi in via di sviluppo: bambini impegnati ai monotoni, ripetitivi e
pericolosi lavori di manovalanza e, come gli adulti, esposti al rischio
di incidenti invalidanti e malattie, con un inesistente sistema
previdenziale ed assistenziale.