Strettamente collegata
alla sua attività nel settore minerario, è la collezione mineralogica
dell’ingegner Ercole Ridoni. Essa comprendeva oltre 1.200 campioni
provenienti da siti ove egli aveva avuto occasione di lavorare o che
aveva visitato personalmente, oppure da scambi che probabilmente
effettuava con altri suoi colleghi collezionisti.
Nel suo
insieme la collezione riflette i canoni dell’epoca e comprende quindi
molti esemplari interessanti solo sotto l’aspetto scientifico,
esteticamente poco appariscenti. Per contro molti campioni sono
tutt’oggi assolutamente eccezionali e decisamente unici anche sotto
l’aspetto estetico.
Ognuno dei campioni della collezione è
identificato da un rettangolino di carta con un numero e da un
cartellino che, oltre al numero, riporta il nome del minerale, la sua
provenienza e, a volte, la data di acquisizione o le caratteristiche
salienti del minerale. Molti dei campioni sono conservati in curate
scatolette di cartoncino.
Dopo la morte dell’ingegner Ridoni i
suoi figli, dovendo trasferirsi in una casa più piccola, dovettero
disfarsi della collezione. La cedettero a Padre Candido del convento
dei Padri Cappuccini di Pinerolo, il quale ne allestì un Museo
Naturalistico, rimasto aperto per vari anni. Nel 1998 Padre Candido,
costretto anche lui a liberare gli spazi occupati dalla collezione, ne
mise in vendita i campioni. La collezione è così finita smembrata tra
vari collezionisti privati, tranne una piccola parte che è stata
acquisita dalla Associazione Naturalistica Pinerolese per essere
esposta nel Museo di Scienze Naturali.