L'industria che fa uso di forni elettrici e di bagni elettrolitici
usa grandi quantità di energia elettrica che viene immessa nel ciclo
produttivo attraverso dispositivi chiamati elettrodi. Si tratta
generalmente di cilindri di grafite con diametri che arrivano anche a 1
metro.
Fino all'inizio del '900 gli elettrodi venivano costruiti
quasi esclusivamente con grafite artificiale (ottenuta dal carbone) che
veniva considerata più idonea di quella naturale.
Spinto dall’idea
che è più conveniente vendere un prodotto lavorato (con elevato valore
aggiunto) piuttosto che una materia prima grezza, come il minerale di
grafite, ma anche dalle difficoltà che il commercio internazionale
aveva all'epoca, l’ingegner Ercole Ridoni cercò soluzioni alternative
per sperimentare il modo di produrre elettrodi impiegando grafite
naturale. Ed ecco i risultati ottenuti, spiegati da lui stesso:
«Non
si era mai riuscito fino a qui di preparare gli elettrodi con grafite
naturale: per questo uso la grafite non deve essere cristallina, ma
amorfa, perché si possa ottenere una pasta di elettrodo finemente
granulare; ora in generale le grafiti amorfe naturali sono meno ricche
in carbonio di quelle cristalline e le ceneri loro contengono per lo
più sostanze come silice, ferro allumina, ecc., le combinazioni delle
quali, alle alte temperature del forno elettrico, possono dare origine
a sostanze fusibili dannose all'elettrodo stesso, sia per la sua
resistenza meccanica, sia per la sua conduttibilità elettrica.
Queste
le cause essenziali di prevenzione contro gli elettrodi in grafiti
naturali. La depurazione di alcune fra le nostre grafiti del
Pinerolese, le quali contengono quale impurità il quarzo in prevalenza,
fu studiata in modo da eliminare una porzione solamente e trasformare
la parte residua in silice amorfa, di guisa che questa all'altissima
temperatura dell'arco voltaico si combina quasi totalmente col carbonio
grafitico, dando luogo alla formazione di un intimo legame di
carborundum fra le varie particelle di grafite, legame al tempo stesso
buon conduttore dell'elettricità e così tenace da impedire di
distaccarsi di scagliette di elettrodo, ciò che ha una notevole
influenza sulla durata degli elettrodi stessi.
Alcuni
elettrodi di 10 cm. di diametro da noi preparati con le nostre grafiti
depurate e provate industrialmente nel febbraio dello scorso anno in
forni Bassanese presso le acciaierie "Fiat" di Torino alla presenza di
uno speciale inviato dell'allora Ministero delle Armi e Munizioni,
risultano avere una resistenza elettrica specifica fortemente ridotta
rispetto a tutti gli altri elettrodi, e quindi soggetti ad un minore
riscaldamento a parità di intensità e densità di corrente.
La
loro struttura è risultata omogenea in ogni punto, col vantaggio di una
maggiore resistenza meccanica alle rotture ed allo sfaldamento.
Si
dimostrano difficilmente combustibili, sia all'inizio che per tutta la
durata dell'esercizio; queste caratteristiche portarono al risultato di
un consumo pari ad 1/3 di quello di elettrodi Acheson (prodotti negli
Stati Uniti), di eguale diametro, usati nello stesso forno e nelle
stesse condizioni.
Notevole
si è palesata la tranquillità dell'arco agli estremi dell'elettrodo,
mancando la tendenza all'innesco di archi parassiti negli alveoli del
forno.
Sulla
base di queste prove decisive si sta impiantando dalla Società Talco
& Grafite Val Chisone un vasto stabilimento in Pinerolo, destinato
per intanto alla produzione di elettrodi di grafite naturale depurata
per forni ad arco ed a resistenza e per bagni elettrolitici, mentre
proseguono gli studi per la fabbricazione delle spazzole striscianti
per anelli e per collettori».

Stabilimento elettrodi Pinerolo. Filettatura e Calibratura.
Tratto da: Talco e Grafite Val Chisone - Gli elettrrodi di
grafite naturale.
Data non nota.