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Ercole Ridoni - La personalità

Descrivere in poche righe un personaggio vissuto nel passato è sempre un compito difficile ed impegnativo. Il rischio di falsare la realtà, di esagerare certi aspetti e di sminuirne altri è molto elevato. Forse la cosa migliore è ascoltare chi ancora conserva il ricordo diretto: “Durante i primi anni della mia vita venivo molto sovente a Pinerolo a casa del nonno, il quale mi trattava “da grande” anche se mi teneva qualche volta sulle ginocchia; mi parlava di tutto, in giardino dei fiori, degli alberi, degli animali, delle stelle e quando si rientrava in casa per andare a cena mi faceva quasi sempre fare una visitina alla stanza dei minerali, dove c’erano lungo tutte le pareti delle vetrinette piene di pietre grandi e piccole, appoggiate su basettine di legno con sopra incollate delle strisce di carta con descrizioni che io non capivo perché non sapevo ancora leggere. Il nonno mi parlava molto di quei minerali e io ascoltavo a bocca aperta. Gli sarebbe spiaciuto sapere che poi nella vita non ho fatto l’ingegnere come lui e non ho nemmeno conservato la passione per i minerali ...
... Poi c’era la consueta visita di Michel, un povero, o un barbone come si dice adesso, allora non ci si permetteva di chiamarlo altro che Michel, anche se era sporco aveva sempre una barba rada e lunga. Michel aveva la stessa età di mio nonno, che per questa coincidenza, ma anche perché apprezzava la riservatezza e la dignità con cui Michel viveva la sua miseria, lo rispettava, gli voleva bene, gli dava sempre un po’ di soldi oltre a fargli riempire di minestra e di pietanza una gavetta che Michel teneva sotto la mantella grigio-verde che aveva  sulle spalle, sia d’estate che d’inverno. Michel ricambiava mio nonno con altrettanto affetto e rispetto, ogni tanto gli portava in regalo una pesca della vigna o un po’ di pesci; l’importante, per Michel, era mantenere un rapporto di reciprocità, non essere "cliente" né subordinato ...
... Stabilire con il prossimo un rapporto umano era una delle caratteristiche di mio nonno; me ne sono reso conto parlando con tutte le persone che lo avevano frequentato per i più svariati motivi, a partire dai suoi sei figli, i quali lo ammiravano molto, ma non ne erano affatto sopraffatti e annullati, come invece sovente capita nelle famiglie dove c'è un padre con una marcia in più. Il fatto è che il nonno Ercole non era solo un uomo di successo, ma anche e prima di tutto uomo di cultura nel senso più ampio del termine, conosceva perfettamente quattro lingue, era un sensibile musicista e con sua moglie, abile pianista, organizzavano dei concerti per i parenti e gli amici; appassionato di montagna, da giovane aveva compiuto molte ascensioni fra cui alcune prime nelle Alpi Cozie, in Val d’Aosta e nelle Alpi Bavaresi.” (Da “L’ingegnere Ercole Ridoni - Ricordi, fatti e dati biografici” di U. Ridoni)

Una caratteristica personale dell'ingegner Ercole Ridoni che traspare in modo evidente da tutte le sue opere è l'interesse entusiastico per ciò che faceva. Tutti gli argomenti che tratta sono descritti con puntigliosa precisione e sono corredati di tutte le informazioni storiche, legali e sociali che possono servire per capirli in pieno.
L'ingegner Ercole Ridoni apparteneva sicuramente a quella schiera di "geniacci" tuttologi di antica memoria che erano contemporaneamente scienziati, artisti, scrittori, filosofi ed altro ancora. Forse, è un esempio che tutti dovremmo seguire.



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