Gli
edifici che ospitarono lo Stabilimento Elettrodi sono stati demoliti
nel 2008 e si trovavano poco distanti dal centro di Pinerolo. Chi si
trovi a transitare lungo via Vigone provenendo da piazza Roma, arrivato
al passaggio a livello, noterà al di là di esso una struttura con due
portoni in metallo che si affacciano sulla strada ed un lungo muro di
cinta che fiancheggia la ferrovia. È quanto rimane del vecchio
stabilimento, la cui attività produttiva è cessata del tutto nel 1980.
Lo Stabilimento Elettrodi nasce inizialmente come mulino (Mulino di San
Giovanni), nel quale si insedia, durante il 1885, una teleria e
filatura di juta, l’attività della quale prosegue fino al 1918, anno in
cui la Società Talco e Grafite Val Chisone acquisisce la struttura e la
trasforma radicalmente per insediarvi la produzione degli elettrodi in
grafite.
Lo Jutificio, di proprietà di una Società Commerciale in nome
collettivo di Furio Camillo Scotto e Pietro Villa, nel 1910 viene
ampliato portando i filatoi da diciotto a trenta e i telai da sessanta
ad ottantotto, aumentando a 350 i lavoratori impiegati.
Il 1° luglio 1918 lo stabilimento industriale, completo di macchinari,
accessori e merci esistenti, viene ceduto alla Società Talco e Grafite
Val Chisone. Pietro Villa era già da alcuni anni Consigliere
d’amministrazione della Società, e questa cessione ne rafforza il
ruolo. Pochi mesi dopo, nel febbraio del 1919, il Presidente del
Consiglio di amministrazione Roberto de Fernex muore a causa di
un’operazione al fegato, e gli succede Pietro Villa, che proseguì è
potenziò con lungimiranza i notevoli investimenti in ricerca e sviluppo
già avviati dal suo predecessore, sig. de Fernex.
La Società avvia subito i lavori di smantellamento degli impianti dello
jutificio sostituendoli con gli impianti destinati alla produzione di
elettrodi in grafite. All’inizio del 1919 vengono fabbricati i primi
elettrodi, inizialmente di piccole dimensioni, ma la produzione su
scala industriale non parte fino al luglio 1923; nel 1924-25 sono già
impiegati 67 operai e la produzione raggiunge le 272 tonnellate di
elettrodi.
Successivamente lo stabilimento viene ampliato a più riprese,
perfezionando gli impianti. Negli anni vengono installati quattro
moderni forni Mendheim a camere: il primo nel 1927, il secondo dieci
anni dopo, il terzo nel 1941 ed il quarto nel 1943. Dal gennaio del
1937 lo stabilimento viene alimentato con energia elettrica prodotta
dalla Società Talco e Grafite stessa con le centraline disseminate
nelle vallate Pinerolesi. Nel 1940 l’area occupata raggiunge i 60.000
metri quadrati, dei quali ben 16.000 coperti.
La produzione massima si raggiunge nell’esercizio 1943-44, quando i 289
operai addetti allo stabilimento sfornano 3.421 tonnellate di elettrodi.
Proprio nel 1943 l’ingegner Ercole Ridoni, dopo qualche giorno di
assenza dallo Stabilimento per problemi di salute, viene meno
all’affetto dei suoi cari.

Stabilimento elettrodi. Pinerolo 1998

Stabilimento elettrodi Pinerolo. Preparazione materie prime.
Tratto da: Talco e Grafite Val Chisone - Gli elettrrodi di
grafite naturale.
Data non nota.

Stabilimento elettrodi Pinerolo. Forni di cottura.
Tratto da: Talco e Grafite Val Chisone - Gli elettrrodi di
grafite naturale.
Data non nota.