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Ercole Ridoni - La miniera di rame di Montecatini

Lo sfruttamento del giacimento metallico di Montecatini inizia con i primi insediamenti Etruschi nella zona, risalenti al 900 a.C. circa. Dopo saltuari lavori di estrazione in epoca medioevale e rinascimentale, il giacimento venne di fatto dimenticato fino alla seconda metà del XVIII secolo quando, anche per merito di geologi ed imprenditori francesi e tedeschi, si risveglia in tutta la Toscana una febbrile opera di ricerca e di sfruttamento delle risorse del sottosuolo. Lo sfruttamento della miniera raggiunge il suo apice nel periodo tra il 1830 e la fine del secolo. In tale periodo sono estratte circa 30 mila tonnellate di rame metallico, e la miniera viene considerata la più ricca d’Europa. Successivamente la miniera va velocemente ad esaurirsi e, avendo dato esito negativo le ultime ricerche, condotte nel periodo 1950-1963 con lo scavo di nuove gallerie, la miniera viene definitivamente chiusa nel 1963.

La miniera di Montecatini Val di Cecina, nota anche come miniera di Caporciano, si trova a circa 60 Km da Pisa, ad una quota di circa 450 metri sul livello del mare. Il giacimento cuprifero si snoda (o per meglio dire si snodava, dato che praticamente tutto il minerale metallifero è stato estratto) entro una massa di rocce ofiolitiche dislocate nella zona, le quali si manifestano con due affioramenti, di circa un chilometro quadrato ciascuno, separati fra loro da un esile diaframma di rocce sedimentarie calcareo-argillose. Lo sfruttamento del giacimento con tecniche moderne inizia nel 1827, e, nei decenni successivi vi vengono scavati vari pozzi di estrazione (il più importante, chiamato Pozzo Alfredo, raggiunge la profondità di 315 metri) e si sviluppa un reticolo di gallerie impostato su vari livelli (“piani”). Il nono livello è posto a 250 metri dall’imbocco del pozzo, ma sia esso che il successivo decimo livello si rivelano sterili. I minerali estratti sono principalmente la calcopirite, la bornite e la calcosina, associate a piccole quantità di rame nativo.
 
La produzione di rame raggiunge il suo massimo rendimento nel 1860, arrivando a 3.000 tonnellate (erano 700 nel 1850 e 2.000 nel 1855). In seguito vi sono vari alti e bassi, arrivando alle 1.500-2.000 tonnellate del 1894, anno in cui inizia il declino della produzione, la quale si conclude nel 1907. In seguito, malgrado diversi tentativi e molte ricerche proseguite fino ai primi anni ‘60, ci si deve arrendere di fronte all’evidenza: tutto il filone mineralizzato è stato sfruttato ed estratto.

L’ingegner Ercole Ridoni diresse la miniera di Montecatini in Val Cecina dal 1895 al 1907. Da quella data fino al 1910, visto il ridotto impegno a Montecatini, gli fu affidata anche la direzione della miniera delle Merse a Boccheggiano, in provincia di Grosseto.

L’ingegner Ridoni riempì un album fotografico con le immagini delle gallerie e degli impianti all’esterno, dove il minerale veniva trattato per estrarne la frazione metallica.



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