La prima informazione societaria certa
di cui dispongo è del 1897 quando le la miniera apparteneva alla
società “E. Brayda & Co, L. Serry & David Vinçon.”
Il 31 agosto 1897 viene fondata la “Anglo Italian Talc & Plumbago
Mines Company Ltd.” fra i cui azionisti c'è il Conte Enrico Brayda di
Ronsecco già azionista della precedente società. Tutte le attività
minerarie confluiscono nella nuova società.
Insieme alle miniere di Envie ci sono: Timosella, Gran roccia,
Icla,
Sapatlé, Crosetto, Maniglia,
Paesana, Stroppo, Acceglio (e altre due che non riesco a leggere).
Nel 1907 L'Anglo Italian cessa le sue attività e viene Fondata la
“Talco & Grafite Val Chisone” che le incorpora in toto.
Ma nel frattempo Envie è “sparita” dai beni dell'Anglo Italian.
Confluirà comunque nella Talco & Grafite nel 1919 ceduta dalla
ditta Alliaud.
Cos'è capitato nel frattempo, al momento, non lo so per certo.
Però Damiano Sartorio nei sui appunti ci racconta che l'amministratore
dell'Anglo Italian George Huntriss aveva litigato con i partner San
Martino e Brayda e li aveva cacciati dalla società.
Dato
che Brayda era un importante azionista, 2000 delle 5000 azioni della
Anglo Italian erano servite per coprire il valore della Brayda &
C., posso immaginare che sia stato pagato “in natura” con le miniere di
Envie dalle quali poi si è ritirato oppure che siano state vendute per
fare cassa e poter indennizzare il Brayda.
Dal 1919 non ci sono più stati cambiamenti societari. La miniera aveva
caratteristiche ottime per l'800 ma nella seconda metà del '900 è
diventata antieconomica.
Nomi delle
gallerie.
Ho trovato documenti di diversi periodi del '900 che assegnano alle
miniere gli stessi nomi ma “mescolati”.
In queste pagine uso come riferimento la mappa depositata presso
l'archivio di
Scopriminiera
che considero affidabile in quanto era il
documento in uso durante le attività per cui è poco probabile che
contenesse errori macroscopici.