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Jean Pierre Goante - La Vita
di Marco Baltieri

Nato a Torre Pellice nel 1734, J.P. Goante apparteneva ad una famiglia di proprietari e negozianti, ma anche di cerusici e speziali, ben inserita nella rete dei notabili locali. Nel 1767 Goante subentra a Bonafous di Carmagnola come socio nella manifattura di seta fondata da Paolo Vertù, Giovan Pietro Brez e altri. Nel 1773 partecipa con la delegazione valdese all’udienza concessa in occasione della salita al trono di Vittorio Amedeo III. La sua professione era quella di “negoziante di cocchetti”, cioè della materia prima per la fiorente industria serica dello stato sabaudo. Capitano, poi maggiore delle milizie valdesi a partire dal 1793, Goante è coinvolto nelle vicende politico-militari che porteranno alla crisi dello stato sabaudo e alla costituzione di un governo provvisorio. Dopo le operazioni militari in alta Val Pellice del 1794, viene arrestato con Giacomo Marauda; tra 1798 e 1799 è presidente delle prima municipalità di Torre Pellice del “periodo francese”. La sua vita si chiude a settant’anni, il 27 Ventoso dell’anno XII della Repubblica (18 marzo 1804), alla vigilia della proclamazione dell’impero napoleonico.

Pur nella sua relativa marginalità, la vicenda di Goante appare per certi versi emblematica dell’evoluzione economica, politica e culturale delle Valli Valdesi tra antico regime ed età napoleonica, soprattutto in relazione al progressivo rafforzarsi di un ceto medio imprenditoriale fortemente interessato all’abolizione dei privilegi e delle discriminazioni, molto attivo sul piano economico e culturale, sostenuto da una robusta rete di rapporti internazionali e con la capitale sabauda. Tra le altre, una occasione di promozione sociale, ma anche di relazione con l’aristocrazia “illuminata”, protagonista dell’ultima stagione del riformismo sabaudo, era l’attività scientifica, in particolare in relazione alle attività dell’Accademia delle Scienze di Torino, una istituzione basata, come ha scritto G.P. Romagnani, su una “ideologia meritocratica fondata sul riconoscimento del valore e delle capacità intellettuali come solo metro di giudizio per valutare gli individui, indipendentemente dalla loro origine sociale”.

A partire dal novembre del 1789, J.P. Goante è “membro corrispondente” dell’Accademia delle Scienze di Torino; questa qualifica veniva attribuita in modo piuttosto selettivo, soltanto a quegli studiosi che si impegnavano a garantire una corrispondenza regolare con i soci effettivi (di solito appartenenti alla élite scientifica e culturale), che avrebbero riferito in assemblea delle comunicazioni ricevute. L’archivio dell’Accademia conserva quattro relazioni descrittive e nove lettere di Goante (comprese tra il maggio 1789 e il dicembre 1790), tutte indirizzate all’allora presidente Carlo Lodovico Morozzo di Bianzè e in gran parte dedicate alle sue ricerche di carattere ornitologico.

Questa attività è anche documentata da un grosso volume “in folio atlantico” (sempre all’Accademia di Torino) dal titolo Oiseaux du Piémont dessinés et coloriés, una raccolta (tutt’ora inedita) di 131 tavole di grande formato, disegnate e acquerellate, che rappresentano un gran numero di specie di Uccelli appartenenti al bacino del Pellice, dall’area alpina fino alla pianura. La successione delle tavole è strutturata secondo un ordine ricorrente nelle opere ornitologiche del tempo, ripreso dalle opere di Buffon: rapaci diurni (tavole 1-6), rapaci notturni (7-10), specie di vari ambienti, dall’alta montagna alla pianura (11-102), specie acquatiche e delle zone umide (103-131).

Nelle lettere e nelle relazioni di Goante si descrivono le attività di questo brillante naturalista “dilettante”, i suoi rapporti con altre istituzioni scientifiche europee, il disagio per il tempo che necessariamente doveva dedicare alle attività di imprenditore, l’organizzazione delle catture di nuove specie con una squadra di cacciatori al suo servizio.
In questo periodo doveva essere anche piuttosto intensa l’attività di raccolta di esemplari di Insetti, che inviava ad una serie di corrispondenti in Europa (“les insectes dont je fais collection et qui m’obligent à des correspondances”). L’attività entomologica di Goante non doveva essere trascurabile, se il naturalista tedesco Eugenius Johann Christoph Esper (1742-1810) attribuirà nel 1802 il nome specifico goante a un Lepidottero del genere Erebia.

Le specie di Uccelli che Goante descrive o a cui accenna nelle sue lettere e relazioni sono molteplici e di un certo interesse anche in una prospettiva contemporanea: il Gracchio alpino (Pyrrhocorax graculus), alcune cicogne, un piccolo Tetraonide, il Francolino di monte (Bonasa bonasia), vari rapaci notturni, una gru, “une aigle extraordinaire qui varie de ceux que Mr. De Buffon nous à donné la description”, fino a un Capovaccaio (Neophron percnopterus), “tué d’un coup de fusil au dessous des vignobles de Prarostin”, e a un Gipeto (Gypaetus barbatus), anch’esso “tué d’un coup de fusil par un homme qui allait à la chasse du perdrix au midi de Castelus petite élévation au pied des Alpes à deux milles de la Tour”.

Sono soprattutto quelle del Gipeto e del Francolino di monte le segnalazioni che, da un punto di vista ornitologico, rivestono oggi un certo interesse. Il primo è senza dubbio l’uccello più grande d’Europa: legato ai sistemi montuosi, il Gipeto è una specie notevolmente “specializzata” dal punto di vista evolutivo, ai primi posti nella piramide ecologica e agli ultimi nella catena alimentare, basandosi sullo sfruttamento delle ossa delle carogne, soprattutto di ungulati selvatici e domestici. Quantitativamente ridimensionato fino alle soglie dell’estinzione, in quanto oggetto di una caccia spietata (l’ultimo esemplare presente nelle Alpi italiane venne abbattuto in Val di Rhêmes nel 1913), grazie ai progetti internazionali di reintroduzione il Gipeto ha ripreso a frequentare i cieli delle Valli Valdesi, a più di due secoli dalla relazione di Goante. La segnalazione del Francolino di monte rappresenta , per questo Tetraonide, con ogni probabilità il limite occidentale del suo areale “storico” di diffusione.

Le descrizioni e gli esemplari raccolti da Goante verranno utilizzati da Franco Andrea Bonelli (1784-1830) per le sue ricerche ornitologiche, documentate soprattutto nel Catalogue des Oiseaux du Piémont (1811).


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