Sin dalla
settimana scorsa si buccinava che il Re sarebbe intervenuto alle grandi
manovre che si stanno eseguendo sulle vicine Alpi, ma nulla di sicuro
si sapeva, anzi venerdì un telegramma da Roma alla Gazzetta del Popolo
dichiarava insussistente la notizia.
Nel numero di lunedì però lo stesso giornale confermava la verità di
quanto si andava dicendo. Le truppe manovranti ad Oulx n'ebbero
telegraficamente avviso venerdì scorso, e si affrettarono nel giorno
seguente a valicare il colle di Sestrières.
Il tema della manovra o finta battaglia è il seguente: Un corpo di
truppe nemiche è riuscito a discendere a Cesana ed Oulx, dopo un vivo
cannoneggiamento (prova che già si fece) dei forti circostanti, sale il
colle di Sestrières e tenta penetrare nella valle di Perrero per
l'Albergian ed il colle del Pis; gli alpini, secondati da alcune
batterie d'artiglieria, impegnano battaglia, e cercano difendere il
luogo e respingere gl'invasori. La battaglia finisce colla vittoria del
partito francese. Vittoria, così per modo di dire, perchè si tratta
della sola riunione delle truppe, le quali dopo essere passate in
rivista dal Re scenderanno a Perosa, dove avrà luogo la festa del campo
di cui abbiamo nel numero precedente pubblicato il programma.
Il Re giungerà, siccome avvertono i giornali, nella notte dalli 20 al
21 agosto, cioè dal giovedì e venerdì, si suppone circa le ore 4
antimeridiane. Col re verrà il Ministro della Guerra. È già giunto a
Perrero il capo cuoco dell'Hotel d'Europe, incaricato di preparare il
pranzo a una trentina di persone nella sala del Municipio. Il Re salirà
nel tramvia per recarsi a Perosa, di qui in apposite vetture reali
andrà a Perrero. La strada provinciale Perosa-Perrero che lascia sempre
a desiderare, viene convenientemente riparata.
Sarebbe pure a desiderarsi che in occasione della venuta del re a
Pinerolo, si mettesse in rilievo l'indecenza della tettoia alla
Stazione. Essendo il re sempre accompagnato ne' suoi viaggi, dai capi
dell'esercizio della linea, è lecito supporre che costoro abbiano poi a
prendere qualche provvedimento atto a togliere quello sconcio che dura
da troppo lungo tempo.
Crediamo che saranno molti Pinerolesi, i quali accorreranno nell'alta
valle di S. Martino per assistere allo spettacolo interessantissimo di
una incruenta battaglia. Per parte nostra speriamo di darne
particolareggiata relazione nel prossimo numero di mercoledì.
Lasciando la rubrica della cronaca e trasportandoci a più alte
considerazioni, è un fatto che la venuta del re per assistere alle
grandi manovre di combattimento, a pochi passi della frontiera, ha una
grande importanza politica, principalmente in questi giorni di
manifestazioni russofile in Francia. Sembra che fra i governi ci sia
una gara nelle dimostrazioni politiche, nel farsi cortesie e dispetti.
Le grandi manovre in quella località e l'assistenza del re, dimostrano
l'importanza strategica della valle S. Martino, nella quale possono i
nemici penetrare da due punti diversi: da Pragelato e da Abriès in
Francia. Non per nulla i Francesi fanno le loro grandi manovre nella
valle del Guil, tra Abriès e il Queiras.... Si ricordi ancora che nel
1799, i Francesi discesero appunto da Abriès in Piemonte.
Numero completo di: La Lanterna Pinerolese - 19 agosto 1891

Ricreazione AI della batteria Podurante in base all’illustrazione dell’epoca.
Gazzetta Piemontese
18-19 agosto 1891
Il Re al campo di Perrero - La rivista e la festa al campo
Pinerolo, 17 agosto.
È oramai certa la venuta di Re Umberto a Pinerolo, già da voi
annunciata domenica scorsa. Anzi, secondo buone informazioni, il Re
pernotterà il 21 a Torino, donde partendo di buon'ora potrà trovarsi
anche presso al Perrero dove passerà la rivista. L'Amministrazione
della tranvia Pinerolo-Perosa Argentina ha messo a disposizione un
convoglio speciale che trasporterà l'Augusto viaggiatore a Perosa. Di
colà, in vettura, si recherà al Perrero. Intanto si sta organizzando
una dimostrazione.
Eccovi ora il programma della grande festa al campo che si terrà a Perosa Argentina il 22 corr.
1. Nella sera del 21, arrivo e sfilata delle truppe nel paese.
2. Nel giorno 22, grande concorso delle musiche militari e distribuzione dei premi.
3. Concerti sulle piazze, alberi di cuccagna, corse nel sacco od altri svariati divertimenti apprestati dalle truppe.
4. Grandioso ballo pubblico colle musiche militari sotto apposito padiglione.
5. Illuminazioni fantastiche, fuochi artificiali, serenate, fiaccolata o partenza di numerosi areostati.
In questa circostanza, per cura di un apposito Comitato costituitosi
col concorso del Municipio, le vie, le piazze del paese saranno
sfarzosamente addobbate, imbandierate ed illuminate, sulla sera, sulla
piazza principale, saranno arsi grandiosi fuochi artificiali, preparati
da valente pirotecnico.
La Direzione della tranvia stabilì poi un treno straordinario in
partenza da Perosa alle 11 pom., con arrivo a Pinerolo alle 12,30.
A complemento delle notizie dato da questo programma vi posso segnalare
come i preparativi della popolazione della forte ed industre Perosa
siano a buonissimo punto. Dal mattino del 22 corrente, sulla spianata
in prossimità alla fermata della tranvia, si effettuerà il dovuto
ricevimento delle Autorità locali, che alla volta loro riceveranno
solennemente i signori ufficiali nel dopopranzo. Vi sarà la naturale
bicchierata.
Il fatto caratteristico e curioso sarà un banchetto di 5000 (dico
cinquemila) coperti. Saranno seduti a mensa tutti i soldati radunati a
Perosa, ed il menù del pranzo sarà apprestato dall' Hôtel d'Europe.
L'indomani, domenica, la truppa scenderà a Pinerolo, donde, per
ferrovia, si recherà alle rispettive destinazioni.
Numero completo di: Gazzetta Piemontese 18-19 agosto 1891

Ricreazione AI dell’ingresso addobbato di Perrero in base all’illustrazione dell’epoca.
La Gazzetta di Pinerolo
22 agosto 1891
S. M. il Re a Pinerolo ed a Perrero
Vinte le incertezze per cui la notizia aspettata della rivista di S. M.
alle Truppe Alpine che manovrarono alle Porte d'Italia fosse affermata,
vi fu nei Comuni della Valle di S. Martino come un risveglio elettrico,
una straordinaria animazione nei buoni alpigiani di ricevere
degnamente, di rivedere, per taluni almeno, una volta il primo Re
d'Italia, il figlio del Gran Re, il nipote del Magnanimo, del martire
per la causa della patria italiana, e nella nostra Pinerolo che trovasi
al varco dei monti si destò pure un'agitazione festosa, che si
manifestava ancora con le premure datesi dal Municipio, per ricevere
l'Eroe di Custoza, il prode di Napoli e di Busca, come appariva da due
cartelli appesi alle antenne della piazza dello Scalo.
La strettezza del tempo non fu d'ostacolo a preparativi veramente festosi e diremo anche fastosi.
Il seguente manifesto della Giunta ne dava come segue l'annunzio alla cittadinanza:
CITTÀ DI PINEROLO
Concittadini!
S. M. Umberto I, Re d'Italia
sarà domani 21 Agosto corrente di passaggio in questa Città per recarsi
ad assistere alle manovre delle Truppe Alpine accampate presso Perrero.
Il suo arrivo avrà luogo alle ore 5 ant.
Nel darvi questa così lieta e fausta notizia, la Vostra Rappresentanza
non dubita che, unendovi ad Essa per porgere all'amato Sovrano un
ossequente e cordiale saluto, sarete per dimostrare col numeroso vostro
concorso che la Cittadinanza Pinerolese non è ad altra seconda nella
devozione ed affetto alla Patria ed al Re.
PER LA GIUNTA MUNICIPALE
L’assessore anziano ROSSI
Il sindaco A. MIDANA
Il Segretario Capo C. BIGNONE
Un padiglione era stato eretto all'entrata dello Scalo, ed internamente
addobbata una parte del porticato a sala di ricevimento. Tutto il
tratto di via dalla ferrovia allo scalo del Tramvia era addobbato con
festoni, orifiamme, pennoni.
Alle 5 del mattino, come veniva annunziato, giungeva il treno reale, ed
erano ad aspettarlo internamente allo Scalo colla Banda cittadina, il
Sindaco cav. Midana colla Giunta, col Segretario Capo cav. Bignone, ed
alcuni Consiglieri, Monsignor Sardi Vescovo, e Mons. Bonardi Vicario
coi loro segretari ed alcuni Canonici, il Presidente del Tribunale cav.
Martelli ed il Procuratore di S. M. cav. Frassi, il Sotto-Prefetto cav.
Asinari col Segretario avv. Amerio, il Colonnello Comandante il
Distretto cav. Giaccone ed il Luogotenente Comandante la Scuola di
Cavalleria conte Avogadro, coll'aiutante maggiore capitano
Bianchi-Mina, S. E. il comm. Senatore COLOMBINI, il comm. BOSELLI, i
rappresentanti del Corriere della Sera, della Gazzetta Piemontese,
della Gazzetta del Popolo, del Diritto, della Gazzetta di Pinerolo, ed
altri che possiamo aver dimenticato.
S. M. era accompagnata da S. A. il Conte di Torino, dal Generale
Pelloux, ministro della Guerra, dai Generali Pallavicini, Terzaghi,
Buschi, dal comandante di Marina Ghigi, ed altri ufficiali superiori
dello Stato Maggiore di S. M. e dal Colonnello conte Barattieri, ecc. e
dopo le presentazioni d'uso, che durarono un buon quarto d'ora, S. M.
col corteo usciva sulla piazza, ove stava ad attenderlo tutta la
Popolazione, nonché schierate le varie Rappresentanze degli Istituti
scolastici, delle Società Militari ed operaie, del Tiro a Segno, armato
e con fanfara, che tutti entusiasticamente e reiteratamente acclamavano
con evviva, mentre avviavasi allo scalo del Tramvia, e presero posto
ripartitamente in quattro vetture eleganti, di cui due reali, che il
sig. Direttore del Tramvia si fece cura di provvedere appositamente.

Ricreazione AI della stazione di Pinerolo in base alle descrizioni del giornalista dell’epoca.
Tutto il tratto di ferrovia percorrente nella Città era addobbato con
pennoni dai Palmi reali e dallo stemma municipale, e addobbati erano
pure i balconi delle case, ed all'ingresso in città dalla via di
Francia stava pur un arco con iscrizione.
Il treno reale del Tramvia Pinerolo-Perosa parte alle 5 e 25 ant. È
composto di quattro vetture, due reali in cui col Re salgono l'Aiutante
di Campo generale Pallavicini, il Ministro della Guerra generale
Pelloux, i generali Rasini, Terzaghi, Ruschi ecc., il comandante di
marina Ghigi, il generale medico di S. M. dott. Salmone nostro
concittadino, e molti ufficiali superiori coi i loro aiutanti di campo;
inoltre due vetture pel servizio.
S. M., accolto da evviva e da suoni di musica nel paese per cui passa
il Tramvia, risponde dalla finestra, anzi da San Germano, dove è
schierata sul passaggio l'intera popolazione, rimane sino a Perosa
sulla piattaforma ad ammirare il paesaggio splendido favorito da
splendidissimo tempo.
Giunto a Perosa dove le Autorità lo attendono, il Re, dopo una sosta di
alcuni minuti in cui si trattiene a parlare col Sindaco, tutto il
seguito sale in carrozze qui pronte. Salgono nella vettura del Re il
Conte di Torino, il generale Pelloux ed un altro generale, gli altri
seguivano nelle vetture seguenti. Anche nel tratto di strada da Perosa
a Perrero le case erano imbandierate e gli abitanti gridavano Viva
dalle finestre.
Attorno alla vettura del Re si raggruppavano a poco a poco molti di
quei montanari, uomini, donne e ragazzi che lo vogliono vedere,
cosicché essa arriva a Perrero in mezzo ad una vera folla, i Sindaci
della valle avendo di già due giorni prima annunziato il fausto arrivo
col seguente manifesto:
Venerdì 21 andate, la Valle di S. Martino avrà il sommo favore di ospitare
S. M. Umberto I
Che per dare prove d’inalterabile affezione ed interessamento al suo
popolo, quale duce valoroso dell’Esercito, viene assistere alle manovre
dei nostri bravi difensori della Alpi.
Per sì fausto avvenimento, il Sindaco sottoscritto è certo che
l'intiera Popolazione saprà dimostrare a Sua Maestà l'affetto e la
devozione ch'Essa nutre per l'amato suo Sovrano coll'accorrere
entusiastica in Perrero a riceverlo alle sei del mattino.
--
S. M. si dimostra soddisfatto dell'accoglienza che a Lui fa la valle di
S. Martino, non mai visitata prima d'ora da alcuno dei Re di casa
Savoia né da alcun altro Sovrano, ed in cui però Umberto I fu già da
Principe, molto giovane, col Duca di Genova.
A Perrero, colla popolazione intera sono a riceverlo il Sindaco sig.
avv. Coucourde, i tre deputati del Collegio di Pinerolo onor. Tegas,
Peyrot e Di Balme, il generale Guidotti, il colonnello Gobbo degli
alpini, molti ufficiali ed autorità.
Ricevuto in un padiglione appositamente costruito, a S. M. furono
presentati ben dieci sindaci dei comuni costituenti Perrero e molti
parroci di quella valle; a tutti il Re parlò famigliarmente e strinse
la mano.
S. M. dopo mezz'ora appena di fermata sale alla parte superiore di
Perrero con tutta l'ufficialità, e quivi inforcati i muli si avviano
per una ripida strada al forte di Padurante [Podurante ndr] ove devono
assistere all'azione che si era preparata. Giunti quivi, alle 8,35 il
cannone dà il segnale dell'arrivo del Re e comincia l'azione, di cui a
noi estranei all'arte militare non è dato di portare un giudizio.
Il tema doveva essere ad un di presso: di correggere gli errori in cui
occorse l'armata italiana nel 1799 quando i francesi, passando per la
valle di Pragelato, superato il colle dell'Abergian, e del Gris,
occupato Massello arrivarono al luogo del forte Chiabrano e discesero a
quello delle Traverse.
Finita la grande manovra alle 11,30 il Re preferisce ritornare a
Perrero a piedi per una ripida scorciatoia. Quivi nel locale della Sala
Comunale con molto buon gusto addobbata dal nostro Annovati, lo si
attendeva per una refezione allestita dall'Hôtel d'Europe di Torino.
Presero posto alla tavola reale tutto lo stato maggiore di S. M., il
Sindaco sig. Coucourde ed i tre deputati del Collegio; 28 coperti in
tutto.
Faceva il servizio la banda musicale di Frossasco, e suonò pure molto bene la fanfara del 7° Alpini.
Il Sindaco pronunziò all'indirizzo di S. M. le seguenti parole, che siamo lieti di poter riportare integralmente.
MAESTÀ,
Il grande numero qui convenuto dei forti abitatori di questo lembo
d'Italia, che per la prima volta ha l'ambito onore d'essere visitato
dal suo Sovrano, la gioia che traspare dai volti di ognuno, più di ogni
mia parola Vi dica il giubilo di questi valligiani entusiasti per
essere loro concesso di ospitare Colui che così saggiamente presiede ai
destini della nostra Nazione.
A noi è ben noto che col cuore e col pensiero vivete incessantemente in
mezzo al popolo, che con perenne desiderio del suo bene ne seguite con
amore le vicende, ne dividete le sofferenze e partecipate alle sue
gioie; non dubitate, Sire, che ad usura vi sarà contraccambiato
l'affetto che portate all'Italia ed ora dimostrate a questa popolazione
e sappiate che nel volger d'anni un'infinità d'avvenimenti avranno
talora possanza di cancellare dalla mente di alcuno di noi la memoria
davvero sacra di questo giorno.
Maestà, noi abitiamo qui, presso ai confini tra balze e rupi, ove
natura pose a difensori della nostra diletta Italia e come anche
nell'estremità del corpo umano ferve la vita, così pure in noi è
ardente l'amor della patria, il culto dei suoi sani ideali e l'affetto
a Voi che ne siete il più degno rappresentante, e spontanei dal nostro
cuore erompono uniti i gridi di Viva l'Italia, Viva il Re.
In questa circostanza S. M. commosso, volle dare al Sindaco un segno
del suo aggradimento conferendogli la croce di Cavaliere della Corona
d'Italia, Lui pur premiando prima della partenza un album contenente
2000 firme.
Alle 2 e 1/2 pom. già il Re usciva da Perrero in mezzo agli evviva che
lo accompagnarono spontanei in tutta la passeggiata e cui sempre
rispose salutando, ed a piedi si recava collo Stato Maggiore e le
autorità civili ad un prato sottostante.
Sfilarono davanti a lui con ammirabile ordine i sette battaglioni
alpini e le due batterie di artiglieria di montagna che la stessa
mattina avevano a non piccole distanze preso parte alle manovre.
La scena di un Re che in mezzo al suo popolo assiste allo sfilare dei suoi soldati, quasi scena di famiglia commosse non pochi.
Finito il defilé alle 3 e 10 le truppe continuarono la marcia sino a
Troussières, dove si trovarono schierate di fronte alla strada per il
presentat arm al Re, che qui di nuovo si fermò alle 4 e 15.
Ritornato poscia a Perosa col seguito, dopo i nuovi saluti alla
popolazione ed ai suoi rappresentanti, risalì nel tramvia di Pinerolo,
acclamato alle stazioni da folla anche più numerosa che alla mattina di
plaudenti.
A San Germano, dove erano schierati al passaggio tutte le società, le
scuole, gli operai, delle fabbriche, la popolazione intera con
bandiere, S.M. espresse il desiderio di fermarsi un istante e sceso gli
furono presentati il Sindaco, il Parroco ed il maggiore Balmas cui
parlò per alcuni istanti.
A Pinerolo arrivò il treno reale alle 5 e 30 e si fermò alla Scuola di
Cavalleria che attraversò per recarsi al campo degli ostacoli, dove sin
dal mattino aveva promesso al comandante sig. conte Avogadro di
assistere agli esercizi dei sigg. tenenti del Corso magistrale.
Questi in numero di sedici, comandati dal cav. C. Paderni, tenente
colonnello della M.T. loro maestro, eseguirono parecchi giri di pista
superando tutti gli ostacoli tra cui un salto alto metri 1 e 25.
In segno del suo real compiacimento S. M. si rallegrò dapprima col cav.
Paderni, e poscia strinse la mano a tutti i tenenti, trovando per
ciascuno parole di lode.
Essendo poi l’ora della partenza, ha potuto come desiderava recarsi al
Municipio dove lo attendevano col sindaco i Consiglieri Provinciale e
Comunali e gli onorevoli commendatori Boselli e barone D. Carutti ecc
che trovaronsi però allo scalo alla partenza.
Mentre S.M. recavasi a Perrero, il Municipio dirigeva il seguente manifesto:
Concittadini!
SUA MAESTÀ IL RE
sarà di ritorno dalle manovre alpine fra le ore 4 e le 4 ½ pomeridiane d’oggi.
Nel suo breve soggiorno in questa Città visitò gli stabilimenti militari e forse anche il Municipio.
Ripartirà per Torino verso le ore 6 pom.
A rendergli nuovo omaggio di devozione e d’affetto la Rappresentanza Municipale si recherà alla stazione ferroviaria.
Concorrete voi pure col canto vostro, coll’imponente vostra presenza, a
rendere più splendida e solenne la pubblica manifestazione; ed ogni
migliore augurio si riassuma nel nostro grido di
Il Municipio confida che la cittadinanza, nell'affetto la rappresentanza Municipale si recherà alla Stazione del Ferrovie.
Il Municipio si farà interprete, certo, col l'imponente vostra presenza
a rendere più espressa a S. M. la riconoscenza nostra e presentarli
ogni migliore augurio si riassuma nel nostro grido di
VIVA IL RE! VIVA L'ITALIA!
Il Segretario Comunale C. BIGNONE
Il Sindaco A. MIDANA
e trovavansi quindi nuovamente allo Scalo tutte le rappresentanze del
mattino ben quattordici bandiere e rappresentanze di Società operarie
compresa quella di Bricherasio giunta della sera.
A tutti i Presidenti delle Società stringeva la mano con parole
famigliari. Parlava pure a tutti i direttori delle scuole che non
avevano potuto essere presenti al mattino.
Si fermò poi a parlare vedendolo insignito di medaglia al valore
militare, al sig. Torrini Giuseppe e si stupì quando seppe che è reduce
di Dogali.
Entrato in stazione dopo nuovi brevi saluti, salì in treno alle 6 e 40
pom. per Torino, dove pernotterà e resterà domani prima di partire per
Mondovì
E così ebbe termine una memoranda giornata di giubilo e di riconoscenza
di questi abitanti delle Porte d’Italia verso l’Augusto monarca
Sabaudo, precipua mira della loro devozione e del loro affetto; una
giornata che se, non politicamente, sinistramente avesse a venire
giudicata come una provocazione militare, per essi lo sarà sempre
soltanto come un segnalato fervore, come un atto di equa cortesia usata
a quel nucleo dei nostri bravi Alpini, che dopo tanti rischi e fatiche
non potevano, mentre a Mondovì si andava ad onorare i loro compagni
d’armi dell’Appennino e delle Alpi Marittime, rimaner dimenticati, essi
che stavano valorosamente appostati al baluardo delle nostre Alpi
Cozie, come i primi a reggere l’urto di un nemico, del che Dio ci salvi
sempre. In caso di una aggressione nemica.
In tutto il giorno il Re si mostrò di buon umore.
Ai nostri Consiglieri provinciali. Quasi per dare una ragione delle sue rare visite, in questi fedeli paesi, disse:
I v’numa da rair perchè da Pinareul i ricevouma sempre ‘d bune notissie.
Nel tratto che fece per recarsi al forte di Podurante discorreva assai
famigliarmente coi caporali d’artiglieria che conducevano il mulo, e si
mostrò sorpreso nel sapere che quella cavalcatura servì già a S.M. la
Regina Margherita a Valdieri nel 1882.
S. M. ricevette di buon grado parecchio suppliche che gli furono presentate in vari punti della gita.
Il servizio del tramvia assolutamente accurato e inappuntabile, del che
va data lode alla diligenza del direttore ing. Lanchantin, e la strada
da Perosa a Perrero fu davvero trasformata sotto la direzione dell’ing.
della provincia sig. Corazza.
Numero completo di: La Gazzetta di Pinerolo 22 agosto 1891
Gazzetta Piemontese
Sabato-Domenica, 22-23 Agosto 1891
Il Re alle manovre di Perrero.
L’arrivo del Real campo - La salita al
Podurante - Lo svolgimento della fazione - La rivista - Il ritorno del
Re a Pinerolo - Due aneddoti.
Perrero. (Nostro telegr. Ed. sera) 21 ore 2,30 pom. - La strada
mulattiera che dal Perrero conduce alla batteria del Colle Podurante è
erta è faticosa. Il Re vi giunse col suo seguito verso le 8,30
antimeridiane. Il sovrano ed i generali scesero subito dai muli
collocandosi presso il semaforo eretto dietro la batteria. Questa è
composta di due cannoni; poco lungi vi è la caserma di legno degli
alpini. Molta gente si trova già sul luogo, e tra la folla si vedono
parecchi fotografi con le macchine. Il Re prende cognizione del luogo
sopra una carta topografica spiegatagli dai generali, quindi comincia
la fazione.
Ecco il tema della finta battaglia:
Un corpo di truppe nemiche, riuscito a scendere a Cesana ed Oulx dalla
frontiera francese, dopo vivo combattimento sale il Colle di Sestriere
e tenta di penetrare nella valle di Perrero per i Colli Albergian e del
Pis. Gli alpini, secondati da alcune batterie di artiglieria, impegnano
battaglia e cercano di difendere il luogo e respingere il nemico, il
quale vince.
La grande importanza della fazione sta in ciò che i francesi ebbero nel
1799 a discendere in Italia per quella vallata, o che la finta
battaglia e tutte le manovre hanno lo scopo di mostrare quali siano
stati gli errori commessi da noi per i quali arrise ai francesi la
vittoria.
Il nemico apre il fuoco dalle alture prospicienti verso la frontiera.
Risponde la batteria Podurante. Il nemico intanto si avanza aprendo un
fuoco di moschetteria dalla valle. Gli alpini, appostati in fianchi
della batteria, rispondono: il fuoco diventa generale. Il rombo del
cannone ripercuotosi lungamente nelle montagne producendo un effetto
stupendo.
Il nemico si avanza per il villaggio Maniglia, finché giunge al
villaggio di Chiabrano, situato a poca distanza sotto la batteria;
allora ha fine è la manovra, che ebbe la durata di circa due ore. Se ne
ignorano tuttavia i risultati. Essa offre ad ogni modo molta
importanza, perché si svolse a brevissima distanza dal confine
francese, alla presenza del Re e del ministro della guerra.
Si notò come le nuove armi a ripetizione, con la polvere senza fumo, modifichino sensibilmente la tattica antica.
Terminata la manovra in refe c’è ritorno al Perrero a piedi, seguito da
tutta la comitiva, quindi recossi alla Casa comunale, dove era
imbandito il banchetto, al quale presero parte tutte le principali
autorità presenti. Frattanto la banda del Perrero e la fanfara degli
alpini alternavano concerti musicali.
La folla che stazionava dinnanzi la Casa comunale fece un’ovazione
entusiastica al Sovrano che dovette presentarsi ben tre volte al
balcone, ringraziando.
Perosa (Nostro telegr. Ed. mattino). 21 ora 5,10 pom. Verso le 2 pom.
Umberto I con il suo seguito recossi ad una valletta situata a
brevissima distanza dal villaggio del Perrero e prese posto in un
praticello che fiancheggia la strada carrozzabile che dal Perrero
conduce a Perosa Argentina. Quivi il Re passò in rivista le truppe che
avevano preso parte alla manovra del mattino, cioè 7 battaglioni
d’alpini e tre batterie d’artiglieria da montagna, in tutto 4500 uomini.
La rivista riuscì notevolissima. In quella stretta valle, circondata
d’alti e selvaggi monti, senza altri spettatori che pochi alpigiani del
luogo, la rivista perdeva ogni carattere di teatralità volgare, ma,
svolgendosi alle frontiere, alla presenza del Capo supremo dello Stato
e dell’esercito, il quale vedeva dinnanzi a sé sfilare soldati coperti
dalla polvere di sessanta giorni di marce e manovre assumeva un
carattere serio, solenne fieramente patriottico.
Il Re ebbe a dichiararsi soddisfattissimo per il bel modo in cui la
truppa aveva sfilato, come già si era congratulato dello stupendo esito
della manovra.
Terminata la rivista, Umberto risalì in carrozza, facendo ritorno a Perosa, donde la tranvia lo trasportò nuovamente a Pinerolo.
Quivi egli visitò il campo-ostacolo annesso alla Scuola di cavalleria;
un’eletta squadra di tenenti delle armi montate eseguì alla presenza
del Sovrano diversi esercizi ippici, che riuscirono egregiamente, tanto
che il Re ebbe a congratularsene col tenente colonnello Avogadro,
comandante della Scuola.
Alle 6,35 Umberto ripartì alla volta di Torino, anche una volta salutato dai calorosi evviva dei pinerolesi.
Il nostro corrispondente da Pinerolo ci scrive:
Il Re deve giungere verso le 4 ½; così dice un manifesto del sindaco
che si chiude con un evviva al Re ed un evviva all’Italia. Ma non
giunge che alle 5,30. Alle 5,25 arriva la staffetta della tranvia con
l’ing. Lauchantin-Degubernatis, direttore della Società tranviaria,
precedendo di 5 minuti il treno reale. Davanti al quartiere del corso
Torino attendono il Sovrano l’onorevole Boselli il senatore Carutti di
Cantogno, Colombini, l’ex deputato Davico, D’Osasco, Poet, consiglieri
provinciali, il sindaco avv. Cav. Midana, il sottoprefetto Asinari, il
tenente-colonnello Avogadro, il colonnello Giaccone, ecc., ed una folla
enorme. Il tempo si oscura e comincia a piovigginare.
Al comparire del treno reale scoppia un urrà grandioso, imponente. I
carrozzoni reali sono coperti di fiori. Il Re saluta gentile ed entra
coi generali e il Conte di Torino, nel quartiere per la Scuola di
cavalleria.
Di fuori si grida: Viva il Re! Viva a Casa Savoia! mentre la Banda suona la Marcia Reale.
Mentre scrivo il Re si deve recare al campo degli ostacoli. A stasera nuova informazioni.
***
Non mi posso trattenere nel raccontarvi un aneddoto succeduto a S. M.
nel tragitto di ritorno da Perrero a Perosa. Un povero vecchio
aspettava la venuta di S. M., al quale voleva chiedere un’elemosina.
Visto dal seguito reale, si tentò d’allontanarlo, ma questo povero
diavolo resistendo rispose:
Se non mi fa l’elemosina il mio Sovrano, chi me la dovrebbe fare?
È giusto – disse il Re. E lo donò largamente.
Un altro vecchio di 82 anni, avvicinato il Re gli disse:
Majesté, maintenant je meur content, j’ai vu mon Roi.
Raccogliamo qui in fondo alcune informazioni spicciole circa la gita del Re a Perrero.
Il Re Soddisfattissimo del ricevimento avuto a Perrero, nominava sindaco Enrico Coucourde a cavaliere della Corona d’Italia.
Nel passaggio a San Germano il Re fu ossequiato dal sindaco e dalla
Giunta di quel comune. Il Re ebbe per quei rappresentanti affabilissime
parole.
Al pranzo che ebbe luogo a mezzogiorno, subito dopo la rivista, nella
sala comunale di Perrero, non presero parte che il Re, i generali del
seguito, i tre deputati del Collegio onorevoli Tegas, Peyrot e Di Balme
e il sindaco di Perrero.
Il Re è allegrissimo, entusiasta, non rifiniva di parlare della bravura
degli alpini e dell’artiglieria di montagna, a cui aveva visto fare dei
collocamenti in batteria così rapidi, precisi e coraggiosi da
stabiliare. Mentre il pranzo aveva luogo, le truppe scese al piano si
apprestavano celermente per la rivista. Esse compirono un vero tour de
force presentandosi alla rivista perfettamente in assetto come se si
fossero trovate in una comoda guarnigione, e ciò dopo una manovra di
più ore.
Il concorso degli alpini e dei Valligiani a Perrero per vedere il Re è
stato grandissimo; non un agricoltore rimase al lavoro in quelle valli,
tutti accorsero a salutare entusiasticamente il loro Re. Preti
cattolici e ministri protestanti andarono a gara nel farsi presentare
al Sovrano, che per tutti ebbe amichevoli parole.
Il concorso di carri e vetture fu tale che dovettero stendersi pei
campi; era un immenso bivacco. Molti passarono la notte alla grazia di
Dio.

Ricreazione AI della rivista delle truppe in base all’illustrazione dell’epoca.
Il sindaco di Perrero, cav. Coucourde, pronunciò dinnanzi al sovrano il seguente discorso:
Maestà,
Il grande numero qui convenuto dei forti abitatori di questo lembo
d’Italia, che per la prima volta ha l’ambito onore di essere visitato
dal suo Sovrano, la gioia di traspare del volto di ciascuno, più di
ogni mia parola vi dica il giubilo di questi valligiani entusiasti per
essere loro concesso di capitare colui che così saggiamente presiede ai
destini della nostra nazione.
A noi è ben noto che voi col cuore col pensiero vivete incessantemente
in mezzo al popolo che con perenne desiderio del suo bene ne seguite
con amore le vicende, ne dividete le sofferenze e partecipate alle sue
gioie, e non dubitate, o Sire, che ad usura vi sarà contraccambiato
l’affetto che sempre portaste all’Italia ed ora dimostrate a queste
popolazioni, e sappiate che né volger danni né il mutar d’avvenimenti
avranno mai tanta possenza da cancellare dalla mente di alcuno di noi
la memoria davvero sacra di questo giorno.
Maestà! Noi abitiamo qui presso i confini tra balze e rupi che la
natura pose a difensori delle porte della nostra diletta Italia, e come
anche all’estremità del corpo umano ferve la vita, così pure in noi e
ardente l’amor alla patria, il culto dei suoi santi ideali e l’affetto
a voi che ne siete il più degno rappresentante e spontanei nel vostro
cuore erompono uniti i gridi di: Viva l’Italia! Viva il Re!
Numero completo di: Gazzetta Piemontese - Sabato-Domenica, 22-23 Agosto 1891