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Strade militari, edifici, sistemi di trasporto, fatti storici.

Re Umberto I a Perrero
21 agosto 1891



Erano i tempi della Triplice Alleanza e della Triplice Intesa. Si fortificavano le Alpi occidentali e a Perrero erano state realizzate le batterie Podurante - o Fromentine - e Montecastello.
In occasione di una iportante manovra militare Re Umberto I era venuto in vista a Perrero.
Vediamo come i giornali contemporanei descrivevano l’evento.

Re Umberto I
Re Umberto I
Fonte: Wikipedia



La Lanterna Pinerolese
19 agosto 1891
Il Re a Pinerolo e le grandi manovre nella valle di San Martino

Sin dalla settimana scorsa si buccinava che il Re sarebbe intervenuto alle grandi manovre che si stanno eseguendo sulle vicine Alpi, ma nulla di sicuro si sapeva, anzi venerdì un telegramma da Roma alla Gazzetta del Popolo dichiarava insussistente la notizia.
Nel numero di lunedì però lo stesso giornale confermava la verità di quanto si andava dicendo. Le truppe manovranti ad Oulx n'ebbero telegraficamente avviso venerdì scorso, e si affrettarono nel giorno seguente a valicare il colle di Sestrières.
Il tema della manovra o finta battaglia è il seguente: Un corpo di truppe nemiche è riuscito a discendere a Cesana ed Oulx, dopo un vivo cannoneggiamento (prova che già si fece) dei forti circostanti, sale il colle di Sestrières e tenta penetrare nella valle di Perrero per l'Albergian ed il colle del Pis; gli alpini, secondati da alcune batterie d'artiglieria, impegnano battaglia, e cercano difendere il luogo e respingere gl'invasori. La battaglia finisce colla vittoria del partito francese. Vittoria, così per modo di dire, perchè si tratta della sola riunione delle truppe, le quali dopo essere passate in rivista dal Re scenderanno a Perosa, dove avrà luogo la festa del campo di cui abbiamo nel numero precedente pubblicato il programma.
Il Re giungerà, siccome avvertono i giornali, nella notte dalli 20 al 21 agosto, cioè dal giovedì e venerdì, si suppone circa le ore 4 antimeridiane. Col re verrà il Ministro della Guerra. È già giunto a Perrero il capo cuoco dell'Hotel d'Europe, incaricato di preparare il pranzo a una trentina di persone nella sala del Municipio. Il Re salirà nel tramvia per recarsi a Perosa, di qui in apposite vetture reali andrà a Perrero. La strada provinciale Perosa-Perrero che lascia sempre a desiderare, viene convenientemente riparata.
Sarebbe pure a desiderarsi che in occasione della venuta del re a Pinerolo, si mettesse in rilievo l'indecenza della tettoia alla Stazione. Essendo il re sempre accompagnato ne' suoi viaggi, dai capi dell'esercizio della linea, è lecito supporre che costoro abbiano poi a prendere qualche provvedimento atto a togliere quello sconcio che dura da troppo lungo tempo.
Crediamo che saranno molti Pinerolesi, i quali accorreranno nell'alta valle di S. Martino per assistere allo spettacolo interessantissimo di una incruenta battaglia. Per parte nostra speriamo di darne particolareggiata relazione nel prossimo numero di mercoledì.
Lasciando la rubrica della cronaca e trasportandoci a più alte considerazioni, è un fatto che la venuta del re per assistere alle grandi manovre di combattimento, a pochi passi della frontiera, ha una grande importanza politica, principalmente in questi giorni di manifestazioni russofile in Francia. Sembra che fra i governi ci sia una gara nelle dimostrazioni politiche, nel farsi cortesie e dispetti. Le grandi manovre in quella località e l'assistenza del re, dimostrano l'importanza strategica della valle S. Martino, nella quale possono i nemici penetrare da due punti diversi: da Pragelato e da Abriès in Francia. Non per nulla i Francesi fanno le loro grandi manovre nella valle del Guil, tra Abriès e il Queiras.... Si ricordi ancora che nel 1799, i Francesi discesero appunto da Abriès in Piemonte.


Numero completo di: La Lanterna Pinerolese - 19 agosto 1891



Ricreazione AI della batteria Podurante in base all’illustrazione dell’epoca.


Gazzetta Piemontese
18-19 agosto 1891
Il Re al campo di Perrero - La rivista e la festa al campo


Pinerolo, 17 agosto.

È oramai certa la venuta di Re Umberto a Pinerolo, già da voi annunciata domenica scorsa. Anzi, secondo buone informazioni, il Re pernotterà il 21 a Torino, donde partendo di buon'ora potrà trovarsi anche presso al Perrero dove passerà la rivista. L'Amministrazione della tranvia Pinerolo-Perosa Argentina ha messo a disposizione un convoglio speciale che trasporterà l'Augusto viaggiatore a Perosa. Di colà, in vettura, si recherà al Perrero. Intanto si sta organizzando una dimostrazione.

Eccovi ora il programma della grande festa al campo che si terrà a Perosa Argentina il 22 corr.

1. Nella sera del 21, arrivo e sfilata delle truppe nel paese.
2. Nel giorno 22, grande concorso delle musiche militari e distribuzione dei premi.
3. Concerti sulle piazze, alberi di cuccagna, corse nel sacco od altri svariati divertimenti apprestati dalle truppe.
4. Grandioso ballo pubblico colle musiche militari sotto apposito padiglione.
5. Illuminazioni fantastiche, fuochi artificiali, serenate, fiaccolata o partenza di numerosi areostati.

In questa circostanza, per cura di un apposito Comitato costituitosi col concorso del Municipio, le vie, le piazze del paese saranno sfarzosamente addobbate, imbandierate ed illuminate, sulla sera, sulla piazza principale, saranno arsi grandiosi fuochi artificiali, preparati da valente pirotecnico.

La Direzione della tranvia stabilì poi un treno straordinario in partenza da Perosa alle 11 pom., con arrivo a Pinerolo alle 12,30.

A complemento delle notizie dato da questo programma vi posso segnalare come i preparativi della popolazione della forte ed industre Perosa siano a buonissimo punto. Dal mattino del 22 corrente, sulla spianata in prossimità alla fermata della tranvia, si effettuerà il dovuto ricevimento delle Autorità locali, che alla volta loro riceveranno solennemente i signori ufficiali nel dopopranzo. Vi sarà la naturale bicchierata.

Il fatto caratteristico e curioso sarà un banchetto di 5000 (dico cinquemila) coperti. Saranno seduti a mensa tutti i soldati radunati a Perosa, ed il menù del pranzo sarà apprestato dall' Hôtel d'Europe. L'indomani, domenica, la truppa scenderà a Pinerolo, donde, per ferrovia, si recherà alle rispettive destinazioni.

Numero completo di: Gazzetta Piemontese 18-19 agosto 1891



Ricreazione AI dell’ingresso addobbato di Perrero in base all’illustrazione dell’epoca.



La Gazzetta di Pinerolo
22 agosto 1891
S. M. il Re a Pinerolo ed a Perrero

Vinte le incertezze per cui la notizia aspettata della rivista di S. M. alle Truppe Alpine che manovrarono alle Porte d'Italia fosse affermata, vi fu nei Comuni della Valle di S. Martino come un risveglio elettrico, una straordinaria animazione nei buoni alpigiani di ricevere degnamente, di rivedere, per taluni almeno, una volta il primo Re d'Italia, il figlio del Gran Re, il nipote del Magnanimo, del martire per la causa della patria italiana, e nella nostra Pinerolo che trovasi al varco dei monti si destò pure un'agitazione festosa, che si manifestava ancora con le premure datesi dal Municipio, per ricevere l'Eroe di Custoza, il prode di Napoli e di Busca, come appariva da due cartelli appesi alle antenne della piazza dello Scalo.
La strettezza del tempo non fu d'ostacolo a preparativi veramente festosi e diremo anche fastosi.
Il seguente manifesto della Giunta ne dava come segue l'annunzio alla cittadinanza:

CITTÀ DI PINEROLO

Concittadini!
S. M. Umberto I, Re d'Italia

sarà domani 21 Agosto corrente di passaggio in questa Città per recarsi ad assistere alle manovre delle Truppe Alpine accampate presso Perrero.
Il suo arrivo avrà luogo alle ore 5 ant.
Nel darvi questa così lieta e fausta notizia, la Vostra Rappresentanza non dubita che, unendovi ad Essa per porgere all'amato Sovrano un ossequente e cordiale saluto, sarete per dimostrare col numeroso vostro concorso che la Cittadinanza Pinerolese non è ad altra seconda nella devozione ed affetto alla Patria ed al Re.
PER LA GIUNTA MUNICIPALE
L’assessore anziano ROSSI
Il sindaco A. MIDANA
Il Segretario Capo C. BIGNONE

Un padiglione era stato eretto all'entrata dello Scalo, ed internamente addobbata una parte del porticato a sala di ricevimento. Tutto il tratto di via dalla ferrovia allo scalo del Tramvia era addobbato con festoni, orifiamme, pennoni.
Alle 5 del mattino, come veniva annunziato, giungeva il treno reale, ed erano ad aspettarlo internamente allo Scalo colla Banda cittadina, il Sindaco cav. Midana colla Giunta, col Segretario Capo cav. Bignone, ed alcuni Consiglieri, Monsignor Sardi Vescovo, e Mons. Bonardi Vicario coi loro segretari ed alcuni Canonici, il Presidente del Tribunale cav. Martelli ed il Procuratore di S. M. cav. Frassi, il Sotto-Prefetto cav. Asinari col Segretario avv. Amerio, il Colonnello Comandante il Distretto cav. Giaccone ed il Luogotenente Comandante la Scuola di Cavalleria conte Avogadro, coll'aiutante maggiore capitano Bianchi-Mina, S. E. il comm. Senatore COLOMBINI, il comm. BOSELLI, i rappresentanti del Corriere della Sera, della Gazzetta Piemontese, della Gazzetta del Popolo, del Diritto, della Gazzetta di Pinerolo, ed altri che possiamo aver dimenticato.
S. M. era accompagnata da S. A. il Conte di Torino, dal Generale Pelloux, ministro della Guerra, dai Generali Pallavicini, Terzaghi, Buschi, dal comandante di Marina Ghigi, ed altri ufficiali superiori dello Stato Maggiore di S. M. e dal Colonnello conte Barattieri, ecc. e dopo le presentazioni d'uso, che durarono un buon quarto d'ora, S. M. col corteo usciva sulla piazza, ove stava ad attenderlo tutta la Popolazione, nonché schierate le varie Rappresentanze degli Istituti scolastici, delle Società Militari ed operaie, del Tiro a Segno, armato e con fanfara, che tutti entusiasticamente e reiteratamente acclamavano con evviva, mentre avviavasi allo scalo del Tramvia, e presero posto ripartitamente in quattro vetture eleganti, di cui due reali, che il sig. Direttore del Tramvia si fece cura di provvedere appositamente.


Ricreazione AI della stazione di Pinerolo in base alle descrizioni del giornalista dell’epoca.

Tutto il tratto di ferrovia percorrente nella Città era addobbato con pennoni dai Palmi reali e dallo stemma municipale, e addobbati erano pure i balconi delle case, ed all'ingresso in città dalla via di Francia stava pur un arco con iscrizione.
Il treno reale del Tramvia Pinerolo-Perosa parte alle 5 e 25 ant. È composto di quattro vetture, due reali in cui col Re salgono l'Aiutante di Campo generale Pallavicini, il Ministro della Guerra generale Pelloux, i generali Rasini, Terzaghi, Ruschi ecc., il comandante di marina Ghigi, il generale medico di S. M. dott. Salmone nostro concittadino, e molti ufficiali superiori coi i loro aiutanti di campo; inoltre due vetture pel servizio.
S. M., accolto da evviva e da suoni di musica nel paese per cui passa il Tramvia, risponde dalla finestra, anzi da San Germano, dove è schierata sul passaggio l'intera popolazione, rimane sino a Perosa sulla piattaforma ad ammirare il paesaggio splendido favorito da splendidissimo tempo.
Giunto a Perosa dove le Autorità lo attendono, il Re, dopo una sosta di alcuni minuti in cui si trattiene a parlare col Sindaco, tutto il seguito sale in carrozze qui pronte. Salgono nella vettura del Re il Conte di Torino, il generale Pelloux ed un altro generale, gli altri seguivano nelle vetture seguenti. Anche nel tratto di strada da Perosa a Perrero le case erano imbandierate e gli abitanti gridavano Viva dalle finestre.
Attorno alla vettura del Re si raggruppavano a poco a poco molti di quei montanari, uomini, donne e ragazzi che lo vogliono vedere, cosicché essa arriva a Perrero in mezzo ad una vera folla, i Sindaci della valle avendo di già due giorni prima annunziato il fausto arrivo col seguente manifesto:

Venerdì 21 andate, la Valle di S. Martino avrà il sommo favore di ospitare

S. M. Umberto I

Che per dare prove d’inalterabile affezione ed interessamento al suo popolo, quale duce valoroso dell’Esercito, viene assistere alle manovre dei nostri bravi difensori della Alpi.
Per sì fausto avvenimento, il Sindaco sottoscritto è certo che l'intiera Popolazione saprà dimostrare a Sua Maestà l'affetto e la devozione ch'Essa nutre per l'amato suo Sovrano coll'accorrere entusiastica in Perrero a riceverlo alle sei del mattino.
--
S. M. si dimostra soddisfatto dell'accoglienza che a Lui fa la valle di S. Martino, non mai visitata prima d'ora da alcuno dei Re di casa Savoia né da alcun altro Sovrano, ed in cui però Umberto I fu già da Principe, molto giovane, col Duca di Genova.
A Perrero, colla popolazione intera sono a riceverlo il Sindaco sig. avv. Coucourde, i tre deputati del Collegio di Pinerolo onor. Tegas, Peyrot e Di Balme, il generale Guidotti, il colonnello Gobbo degli alpini, molti ufficiali ed autorità.
Ricevuto in un padiglione appositamente costruito, a S. M. furono presentati ben dieci sindaci dei comuni costituenti Perrero e molti parroci di quella valle; a tutti il Re parlò famigliarmente e strinse la mano.
S. M. dopo mezz'ora appena di fermata sale alla parte superiore di Perrero con tutta l'ufficialità, e quivi inforcati i muli si avviano per una ripida strada al forte di Padurante [Podurante ndr] ove devono assistere all'azione che si era preparata. Giunti quivi, alle 8,35 il cannone dà il segnale dell'arrivo del Re e comincia l'azione, di cui a noi estranei all'arte militare non è dato di portare un giudizio.
Il tema doveva essere ad un di presso: di correggere gli errori in cui occorse l'armata italiana nel 1799 quando i francesi, passando per la valle di Pragelato, superato il colle dell'Abergian, e del Gris, occupato Massello arrivarono al luogo del forte Chiabrano e discesero a quello delle Traverse.
Finita la grande manovra alle 11,30 il Re preferisce ritornare a Perrero a piedi per una ripida scorciatoia. Quivi nel locale della Sala Comunale con molto buon gusto addobbata dal nostro Annovati, lo si attendeva per una refezione allestita dall'Hôtel d'Europe di Torino.
Presero posto alla tavola reale tutto lo stato maggiore di S. M., il Sindaco sig. Coucourde ed i tre deputati del Collegio; 28 coperti in tutto.
Faceva il servizio la banda musicale di Frossasco, e suonò pure molto bene la fanfara del 7° Alpini.
Il Sindaco pronunziò all'indirizzo di S. M. le seguenti parole, che siamo lieti di poter riportare integralmente.

MAESTÀ,

Il grande numero qui convenuto dei forti abitatori di questo lembo d'Italia, che per la prima volta ha l'ambito onore d'essere visitato dal suo Sovrano, la gioia che traspare dai volti di ognuno, più di ogni mia parola Vi dica il giubilo di questi valligiani entusiasti per essere loro concesso di ospitare Colui che così saggiamente presiede ai destini della nostra Nazione.
A noi è ben noto che col cuore e col pensiero vivete incessantemente in mezzo al popolo, che con perenne desiderio del suo bene ne seguite con amore le vicende, ne dividete le sofferenze e partecipate alle sue gioie; non dubitate, Sire, che ad usura vi sarà contraccambiato l'affetto che portate all'Italia ed ora dimostrate a questa popolazione e sappiate che nel volger d'anni un'infinità d'avvenimenti avranno talora possanza di cancellare dalla mente di alcuno di noi la memoria davvero sacra di questo giorno.
Maestà, noi abitiamo qui, presso ai confini tra balze e rupi, ove natura pose a difensori della nostra diletta Italia e come anche nell'estremità del corpo umano ferve la vita, così pure in noi è ardente l'amor della patria, il culto dei suoi sani ideali e l'affetto a Voi che ne siete il più degno rappresentante, e spontanei dal nostro cuore erompono uniti i gridi di Viva l'Italia, Viva il Re.

In questa circostanza S. M. commosso, volle dare al Sindaco un segno del suo aggradimento conferendogli la croce di Cavaliere della Corona d'Italia, Lui pur premiando prima della partenza un album contenente 2000 firme.
Alle 2 e 1/2 pom. già il Re usciva da Perrero in mezzo agli evviva che lo accompagnarono spontanei in tutta la passeggiata e cui sempre rispose salutando, ed a piedi si recava collo Stato Maggiore e le autorità civili ad un prato sottostante.
Sfilarono davanti a lui con ammirabile ordine i sette battaglioni alpini e le due batterie di artiglieria di montagna che la stessa mattina avevano a non piccole distanze preso parte alle manovre.
La scena di un Re che in mezzo al suo popolo assiste allo sfilare dei suoi soldati, quasi scena di famiglia commosse non pochi.
Finito il defilé alle 3 e 10 le truppe continuarono la marcia sino a Troussières, dove si trovarono schierate di fronte alla strada per il presentat arm al Re, che qui di nuovo si fermò alle 4 e 15.
Ritornato poscia a Perosa col seguito, dopo i nuovi saluti alla popolazione ed ai suoi rappresentanti, risalì nel tramvia di Pinerolo, acclamato alle stazioni da folla anche più numerosa che alla mattina di plaudenti.
A San Germano, dove erano schierati al passaggio tutte le società, le scuole, gli operai, delle fabbriche, la popolazione intera con bandiere, S.M. espresse il desiderio di fermarsi un istante e sceso gli furono presentati il Sindaco, il Parroco ed il maggiore Balmas cui parlò per alcuni istanti.

A Pinerolo arrivò il treno reale alle 5 e 30 e si fermò alla Scuola di Cavalleria che attraversò per recarsi al campo degli ostacoli, dove sin dal mattino aveva promesso al comandante sig. conte Avogadro di assistere agli esercizi dei sigg. tenenti del Corso magistrale.
Questi in numero di sedici, comandati dal cav. C. Paderni, tenente colonnello della M.T. loro maestro, eseguirono parecchi giri di pista superando tutti gli ostacoli tra cui un salto alto metri 1 e 25.
In segno del suo real compiacimento S. M. si rallegrò dapprima col cav. Paderni, e poscia strinse la mano a tutti i tenenti, trovando per ciascuno parole di lode.

Essendo poi l’ora della partenza, ha potuto come desiderava recarsi al Municipio dove lo attendevano col sindaco i Consiglieri Provinciale e Comunali e gli onorevoli commendatori Boselli e barone D. Carutti ecc che trovaronsi però allo scalo alla partenza.

Mentre S.M. recavasi a Perrero, il Municipio dirigeva il seguente manifesto:
Concittadini!
SUA MAESTÀ IL RE
sarà di ritorno dalle manovre alpine fra le ore 4 e le 4 ½ pomeridiane d’oggi.
Nel suo breve soggiorno in questa Città visitò gli stabilimenti militari e forse anche il Municipio.
Ripartirà per Torino verso le ore 6 pom.
A rendergli nuovo omaggio di devozione e d’affetto la Rappresentanza Municipale si recherà alla stazione ferroviaria.
Concorrete voi pure col canto vostro, coll’imponente vostra presenza, a rendere più splendida e solenne la pubblica manifestazione; ed ogni migliore augurio si riassuma nel nostro grido di
Il Municipio confida che la cittadinanza, nell'affetto la rappresentanza Municipale si recherà alla Stazione del Ferrovie.
Il Municipio si farà interprete, certo, col l'imponente vostra presenza a rendere più espressa a S. M. la riconoscenza nostra e presentarli ogni migliore augurio si riassuma nel nostro grido di
VIVA IL RE! VIVA L'ITALIA!
Il Segretario Comunale C. BIGNONE
Il Sindaco A. MIDANA
e trovavansi quindi nuovamente allo Scalo tutte le rappresentanze del mattino ben quattordici bandiere e rappresentanze di Società operarie compresa quella di Bricherasio giunta della sera.

A tutti i Presidenti delle Società stringeva la mano con parole famigliari. Parlava pure a tutti i direttori delle scuole che non avevano potuto essere presenti al mattino.
Si fermò poi a parlare vedendolo insignito di medaglia al valore militare, al sig. Torrini Giuseppe e si stupì quando seppe che è reduce di Dogali.
Entrato in stazione dopo nuovi brevi saluti, salì in treno alle 6 e 40 pom. per Torino, dove pernotterà e resterà domani prima di partire per Mondovì
E così ebbe termine una memoranda giornata di giubilo e di riconoscenza di questi abitanti delle Porte d’Italia verso l’Augusto monarca Sabaudo, precipua mira della loro devozione e del loro affetto; una giornata che se, non politicamente, sinistramente avesse a venire giudicata come una provocazione militare, per essi lo sarà sempre soltanto come un segnalato fervore, come un atto di equa cortesia usata a quel nucleo dei nostri bravi Alpini, che dopo tanti rischi e fatiche non potevano, mentre a Mondovì si andava ad onorare i loro compagni d’armi dell’Appennino e delle Alpi Marittime, rimaner dimenticati, essi che stavano valorosamente appostati al baluardo delle nostre Alpi Cozie, come i primi a reggere l’urto di un nemico, del che Dio ci salvi sempre. In caso di una aggressione nemica.

In tutto il giorno il Re si mostrò di buon umore.
Ai nostri Consiglieri provinciali. Quasi per dare una ragione delle sue rare visite, in questi fedeli paesi, disse:

I v’numa da rair perchè da Pinareul i ricevouma sempre ‘d bune notissie.

Nel tratto che fece per recarsi al forte di Podurante discorreva assai famigliarmente coi caporali d’artiglieria che conducevano il mulo, e si mostrò sorpreso nel sapere che quella cavalcatura servì già a S.M. la Regina Margherita a Valdieri nel 1882.

S. M. ricevette di buon grado parecchio suppliche che gli furono presentate in vari punti della gita.

Il servizio del tramvia assolutamente accurato e inappuntabile, del che va data lode alla diligenza del direttore ing. Lanchantin, e la strada da Perosa a Perrero fu davvero trasformata sotto la direzione dell’ing. della provincia sig. Corazza.

Numero completo di: La Gazzetta di Pinerolo 22 agosto 1891


Gazzetta Piemontese
Sabato-Domenica, 22-23 Agosto 1891
Il Re alle manovre di Perrero.

L’arrivo del Real campo - La salita al Podurante - Lo svolgimento della fazione - La rivista - Il ritorno del Re a Pinerolo - Due aneddoti.

Perrero. (Nostro telegr. Ed. sera) 21 ore 2,30 pom. - La strada mulattiera che dal Perrero conduce alla batteria del Colle Podurante è erta è faticosa. Il Re vi giunse col suo seguito verso le 8,30 antimeridiane. Il sovrano ed i generali scesero subito dai muli collocandosi presso il semaforo eretto dietro la batteria. Questa è composta di due cannoni; poco lungi vi è la caserma di legno degli alpini. Molta gente si trova già sul luogo, e tra la folla si vedono parecchi fotografi con le macchine. Il Re prende cognizione del luogo sopra una carta topografica spiegatagli dai generali, quindi comincia la fazione.
Ecco il tema della finta battaglia:
Un corpo di truppe nemiche, riuscito a scendere a Cesana ed Oulx dalla frontiera francese, dopo vivo combattimento sale il Colle di Sestriere e tenta di penetrare nella valle di Perrero per i Colli Albergian e del Pis. Gli alpini, secondati da alcune batterie di artiglieria, impegnano battaglia e cercano di difendere il luogo e respingere il nemico, il quale vince.
La grande importanza della fazione sta in ciò che i francesi ebbero nel 1799 a discendere in Italia per quella vallata, o che la finta battaglia e tutte le manovre hanno lo scopo di mostrare quali siano stati gli errori commessi da noi per i quali arrise ai francesi la vittoria.
Il nemico apre il fuoco dalle alture prospicienti verso la frontiera. Risponde la batteria Podurante. Il nemico intanto si avanza aprendo un fuoco di moschetteria dalla valle. Gli alpini, appostati in fianchi della batteria, rispondono: il fuoco diventa generale. Il rombo del cannone ripercuotosi lungamente nelle montagne producendo un effetto stupendo.
Il nemico si avanza per il villaggio Maniglia, finché giunge al villaggio di Chiabrano, situato a poca distanza sotto la batteria; allora ha fine è la manovra, che ebbe la durata di circa due ore. Se ne ignorano tuttavia i risultati. Essa offre ad ogni modo molta importanza, perché si svolse a brevissima distanza dal confine francese, alla presenza del Re e del ministro della guerra.
Si notò come le nuove armi a ripetizione, con la polvere senza fumo, modifichino sensibilmente la tattica antica.
Terminata la manovra in refe c’è ritorno al Perrero a piedi, seguito da tutta la comitiva, quindi recossi alla Casa comunale, dove era imbandito il banchetto, al quale presero parte tutte le principali autorità presenti. Frattanto la banda del Perrero e la fanfara degli alpini alternavano concerti musicali.
La folla che stazionava dinnanzi la Casa comunale fece un’ovazione entusiastica al Sovrano che dovette presentarsi ben tre volte al balcone, ringraziando.

Perosa (Nostro telegr. Ed. mattino). 21 ora 5,10 pom. Verso le 2 pom. Umberto I con il suo seguito recossi ad una valletta situata a brevissima distanza dal villaggio del Perrero e prese posto in un praticello che fiancheggia la strada carrozzabile che dal Perrero conduce a Perosa Argentina. Quivi il Re passò in rivista le truppe che avevano preso parte alla manovra del mattino, cioè 7 battaglioni d’alpini e tre batterie d’artiglieria da montagna, in tutto 4500 uomini.
La rivista riuscì notevolissima. In quella stretta valle, circondata d’alti e selvaggi monti, senza altri spettatori che pochi alpigiani del luogo, la rivista perdeva ogni carattere di teatralità volgare, ma, svolgendosi alle frontiere, alla presenza del Capo supremo dello Stato e dell’esercito, il quale vedeva dinnanzi a sé sfilare soldati coperti dalla polvere di sessanta giorni di marce e manovre assumeva un carattere serio, solenne fieramente patriottico.
Il Re ebbe a dichiararsi soddisfattissimo per il bel modo in cui la truppa aveva sfilato, come già si era congratulato dello stupendo esito della manovra.
Terminata la rivista, Umberto risalì in carrozza, facendo ritorno a Perosa, donde la tranvia lo trasportò nuovamente a Pinerolo.
Quivi egli visitò il campo-ostacolo annesso alla Scuola di cavalleria; un’eletta squadra di tenenti delle armi montate eseguì alla presenza del Sovrano diversi esercizi ippici, che riuscirono egregiamente, tanto che il Re ebbe a congratularsene col tenente colonnello Avogadro, comandante della Scuola.
Alle 6,35 Umberto ripartì alla volta di Torino, anche una volta salutato dai calorosi evviva dei pinerolesi.

Il nostro corrispondente da Pinerolo ci scrive:
Il Re deve giungere verso le 4 ½; così dice un manifesto del sindaco che si chiude con un evviva al Re ed un evviva all’Italia. Ma non giunge che alle 5,30. Alle 5,25 arriva la staffetta della tranvia con l’ing. Lauchantin-Degubernatis, direttore della Società tranviaria, precedendo di 5 minuti il treno reale. Davanti al quartiere del corso Torino attendono il Sovrano l’onorevole Boselli il senatore Carutti di Cantogno, Colombini, l’ex deputato Davico, D’Osasco, Poet, consiglieri provinciali, il sindaco avv. Cav. Midana, il sottoprefetto Asinari, il tenente-colonnello Avogadro, il colonnello Giaccone, ecc., ed una folla enorme. Il tempo si oscura e comincia a piovigginare.
Al comparire del treno reale scoppia un urrà grandioso, imponente. I carrozzoni reali sono coperti di fiori. Il Re saluta gentile ed entra coi generali e il Conte di Torino, nel quartiere per la Scuola di cavalleria.
Di fuori si grida: Viva il Re! Viva a Casa Savoia! mentre la Banda suona la Marcia Reale.
Mentre scrivo il Re si deve recare al campo degli ostacoli. A stasera nuova informazioni.

***

Non mi posso trattenere nel raccontarvi un aneddoto succeduto a S. M. nel tragitto di ritorno da Perrero a Perosa. Un povero vecchio aspettava la venuta di S. M., al quale voleva chiedere un’elemosina. Visto dal seguito reale, si tentò d’allontanarlo, ma questo povero diavolo resistendo rispose:
Se non mi fa l’elemosina il mio Sovrano, chi me la dovrebbe fare?
È giusto – disse il Re. E lo donò largamente.
Un altro vecchio di 82 anni, avvicinato il Re gli disse:
Majesté, maintenant je meur content, j’ai vu mon Roi.

Raccogliamo qui in fondo alcune informazioni spicciole circa la gita del Re a Perrero.
Il Re Soddisfattissimo del ricevimento avuto a Perrero, nominava sindaco Enrico Coucourde a cavaliere della Corona d’Italia.
Nel passaggio a San Germano il Re fu ossequiato dal sindaco e dalla Giunta di quel comune. Il Re ebbe per quei rappresentanti affabilissime parole.
Al pranzo che ebbe luogo a mezzogiorno, subito dopo la rivista, nella sala comunale di Perrero, non presero parte che il Re, i generali del seguito, i tre deputati del Collegio onorevoli Tegas, Peyrot e Di Balme e il sindaco di Perrero.
Il Re è allegrissimo, entusiasta, non rifiniva di parlare della bravura degli alpini e dell’artiglieria di montagna, a cui aveva visto fare dei collocamenti in batteria così rapidi, precisi e coraggiosi da stabiliare. Mentre il pranzo aveva luogo, le truppe scese al piano si apprestavano celermente per la rivista. Esse compirono un vero tour de force presentandosi alla rivista perfettamente in assetto come se si fossero trovate in una comoda guarnigione, e ciò dopo una manovra di più ore.
Il concorso degli alpini e dei Valligiani a Perrero per vedere il Re è stato grandissimo; non un agricoltore rimase al lavoro in quelle valli, tutti accorsero a salutare entusiasticamente il loro Re. Preti cattolici e ministri protestanti andarono a gara nel farsi presentare al Sovrano, che per tutti ebbe amichevoli parole.
Il concorso di carri e vetture fu tale che dovettero stendersi pei campi; era un immenso bivacco. Molti passarono la notte alla grazia di Dio.


Ricreazione AI della rivista delle truppe in base all’illustrazione dell’epoca.

Il sindaco di Perrero, cav. Coucourde, pronunciò dinnanzi al sovrano il seguente discorso:

Maestà,
Il grande numero qui convenuto dei forti abitatori di questo lembo d’Italia, che per la prima volta ha l’ambito onore di essere visitato dal suo Sovrano, la gioia di traspare del volto di ciascuno, più di ogni mia parola vi dica il giubilo di questi valligiani entusiasti per essere loro concesso di capitare colui che così saggiamente presiede ai destini della nostra nazione.
A noi è ben noto che voi col cuore col pensiero vivete incessantemente in mezzo al popolo che con perenne desiderio del suo bene ne seguite con amore le vicende, ne dividete le sofferenze e partecipate alle sue gioie, e non dubitate, o Sire, che ad usura vi sarà contraccambiato l’affetto che sempre portaste all’Italia ed ora dimostrate a queste popolazioni, e sappiate che né volger danni né il mutar d’avvenimenti avranno mai tanta possenza da cancellare dalla mente di alcuno di noi la memoria davvero sacra di questo giorno.
Maestà! Noi abitiamo qui presso i confini tra balze e rupi che la natura pose a difensori delle porte della nostra diletta Italia, e come anche all’estremità del corpo umano ferve la vita, così pure in noi e ardente l’amor alla patria, il culto dei suoi santi ideali e l’affetto a voi che ne siete il più degno rappresentante e spontanei nel vostro cuore erompono uniti i gridi di: Viva l’Italia! Viva il Re!

Numero completo di: Gazzetta Piemontese - Sabato-Domenica, 22-23 Agosto 1891



L'Illustrazione italiana

13 settembre 1891
Il Re al campo di Perrero e la manovra degli alpini


Re Umberto I Perrero

«È stata oggi una delle più belle e piacevoli giornate della mia vita….» con queste lusinghiere parole si congratulava il Re dal tenente generale Guidotti dopo la fazione militare e la rivista degli Alpini a Perrero, il 21 agosto [1891], e lo incaricava di portare agli ufficiali ed ai soldati l'espressione della sua altissima soddisfazione per il contegno tenuto nelle lunghe e faticose manovre.
Chi è stato a Perrero non dimenticherà mai più le accoglienze affettuose dei buoni valligiani delle valli del Chisone e di San Martino, né l'affascinante e grandioso spettacolo del finto combattimento sul Podurante, né la sfilata delle truppe nel piano cupo e silente di Monte Castello. Quanta fierezza marziale in quelle truppe cariche della polvere di due mesi d'esercitazioni, e quanta nobiltà di sentimento nel Re, che lasciava trasparire sul volto la gioia superba di veder quelle truppe ammirabili scendere dai monti fresche, salde come se uscite allora dalla caserma! No, non si dimenticano più memorie così belle. Esse rimangono nel cuore come una nota altissima di patriottismo e di sentimento.
*
Da mezzo secolo circa non era più comparso il Sovrano nelle valli di Pinerolo, dove i costumi sono ancora semplici e gentili come ai tempi più belli della lotta valdese. Nonostante così lunga assenza, è rimasta in quelle popolazioni un'affezione così intima per la Dinastia, che l'annunzio della venuta del Re parve sorridere a tutti quegli alpigiani come l'arrivo di un conoscente intimo e desideratissimo. Le valli s'addobbarono come per incanto di frasche, di bandiere e di scritte con un sapore d'intimità che commoveva. Un cartello diceva solamente: Viva il nostro caro Re! Un altro: Pomaretto esultante al suo amato sovrano Umberto! Ed altre come: Viva la Dinastia di Savoia! Viva l'esercito! Da ogni casolare sporgevano bandiere di carta e di tela, alcune sdruscite dal tempo, altre fiammeggianti di colori nuovi. Le chiese valdesi avevano tratti dagli archivi gli orifiammi storici. Sui campanili cattolici sventolavano le bandiere dei tre colori.
Per la valle, irta di roccie tenebrose e seminata di vigne dalle falde alle vette, un'animazione straordinaria. Dai sentieri, dai viottoli quasi invisibili, da pareti quasi scoscese e paurose scendevano i montanari, abbandonando lavori ed armenti per fare omaggio al Re.
Una festa per le vie e per le vette, una festa negli sguardi, nelle parole e nei cuori.
*

E quali accoglienze! Quando il Re si vide d'attorno sindaci, parroci, ministri valdesi concordi nell'esprimere setimenti di fedeltà ed affetto, non volle più udire discorsi, ma, stringendo a tutti calorosamente la mano, disse che sentiva una gioia intraducibile a parole nel conoscere questo patriottismo concorde ed operoso, baluardo insuperabile delle nostre alpi.
La fazione militare, preparata con parecchi giorni di manovre, consisteva nella presa di Perrero da un corpo d'esercito nemico sceso dall'Albergian e dal Pis. Il combattimento si svolse nel vallone formato dalle località Maniglia, Chiabrano, Laurent, Serre, col concorso delle batterie del forte Clapier e del forte di Perrero sopra Monte Castello.
Il Re, col conte di Torino e coi generali Bruzzo, Pallavicini, Guidotti, Terzaghi, Rasini, andarono a collocarsi sopra un ridotto [poi diventato Plan dâ Rei] presso il tiro dei cannoni, d'onde l'occhio poteva seguire tutto lo svolgersi dell'azione; il ministro della Guerra, on. Pelloux, con alcuni giudici di campo, andarono a postarsi sopra un poggio.
Il combattimento durò circa tre ore, animatissimo. Il Re prese viva parte a tutte le fasi della manovra, che doveva simulare l'attacco e la difesa delle truppe francesi nel 1779, che di là penetrarono vittoriose in Piemonte. Il cannoneggiamento e i colpi di fucileria con polvere senza fumo producevano degli echi terribili e grandiosi per le valli, simile al rovinare di macigni per lo scoppio delle mine.
Il Sovrano ed il ministro rimasero orgogliosamente impressionati della rapidità e della precisione con cui manovrarono i tremila uomini alpini e le tre batterie da montagna, ed a fazione compiuta e dopo la sfilata e ancora al momento di congedarsi il Re per tre volte con calorose parole volle congratularsi cogli ufficiali superiori che avevano presieduto alla manovra.
Al banchetto offerto dal ministero della Guerra nel palazzo comunale di Perrero presero parte gli ufficiali generali, quelli delle case del Re e del principe, i deputati Tegas, Di Balme e Peirot, il sindaco di Perrero. Verso le ore tre il Re andava a collocarsi nella breve spianata che sta presso Perrero e le truppe sfilavano sulla strada provinciale di Perosa.
A Perosa, festante e rigurgitante di popolo, fu dato l'addio al Re. Un'ora dopo arrivavano dalla valle i soldati per la festa al campo ed a loro salivano pure gli evviva, perché poche volte come in quel giorno le popolazioni avevano compresa la grandezza del soldato italiano!
G. B. G.



Ricreazione AI del bivacco mostrato nell’illustrazione dell’epoca.


Numero completo di: L'Illustrazione italiana - 13 settembre 1891


Dopodiché… Balziamo nel ‘900.

La fortificazione è rimasta attiva alcuni decenni anche se con sempre minore importanza. Nel dopoguerra ne è stata decisa la dismissione e la vendita del terreno.
Da questo articolo di giornale (purtroppo senza riferimenti di data e testata) sappiamo qualche dettaglio sugli avvenimenti che comunque possiamo datare nel 1955 in quanto la stessa dismissione è citata dalla Gazzetta del Popolo del 25 gennaio 1955.
Curioso il fatto che l’edificio in legno è stato smontato e usato per la pavimentazione di “un nuovo albergo” di Perrero.

Il forte delle Fromentine
Era costituito da una baracca e da una casamatta
Il giorno 2 Maggio nell'Ufficio del Registro di Perosa Argentina un esperimento d’asta con con il metodo della candela vergine venderà al miglior offerente l'appezzamento di terreno sul quale sorgeva uno dei forti della Valle Germanasca. Si tratta del forte delle Fromentine situato in regione Podurante nel territorio dell'ex comune di Traverse.
Il prezzo base dell'asta sarà di L. 130.000 e questo per un pezzo di terreno in pendio della estensione di complessive are 67,85 ci pare una somma un po' eccessiva. Comunque sia e sperando che lo stato trovi qualche compratore tra i componenti della ormai sempre più scarsa popolazione del villaggio di Traverse, non sarà male fare un po' la storia di questo forte che in caso di guerra con la Francia avrebbe dovuto difendere la valle dalle incursioni d'oltralpe.
Mi sono informato sull'epoca di fondazione del fortilizio ma gli anziani del paese non hanno saputo darmi una esauriente risposta. Un novantenne mi ha detto che da quando egli aveva pochi anni si ricorda da sempre di aver sentito parlare del forte e questo mi dà la certezza per affermare che il forte ha più di 100 anni.



Nel 1891, al 23 di Agosto il Re Umberto I in occasione delle grandi manovre dell'esercito svoltesi nelle Valli Chisone e Germanasca visitò Perrero. Accolto da un mare di folla la festante il Re Buono salì a cavallo ed attraverso l'Eyrassa le Croci e Traverse si portò al forte delle Fromentine da dove poté osservare la manovra a fuoco dei suoi soldati che si stava svolgendo nel sottostante vallone di Massello.
Per lunghi anni il forte delle Fromentine - che era dotato anche di una batteria di cannoni -venne presidiato da una compagnia di soldati che si dividevano anche il compito di montare di guardia al sottostante forte di Perrero.
I soldati (alpini) abitavano in una baracca di legno situata nella cerchia delle mura del forte mentre in una casamatta scavata nel terreno trovavano posto i vari cannoni con le loro relative munizioni. La gente di Perrero e di Traverse ricorda ancora il battuto «furiere maggiore» che comandava la guarnigione del forte e quell'aiutante militare di carriera a quanto pare era un figlio della Valle.
L'importanza del forte delle Fromentine decadde col modernizzarsi della tattica bellica. Gradatamente i cannoni vennero riportati al piano, la casamatta fu svuotata dei suoi proiettili e la guarnigione ritirata in zone più propizie. Dal 1930 al 1940 la casermetta di legno fu smantellata ed il materiale essendo di buon legno americano venne adoperato nella costruzione dei bei pavimenti in un albergo di Perrero.
Ora come si è accennato lo stato intende sbarazzarsi definitivamente di una proprietà che non gli serve più. Così passa la gloria del mondo.
OS. PE.

Numero completo di: Gazzetta del Popolo del 25 gennaio 1955 che a pagina 2 cita la decisione di dismettere la batteria permettendo di risalire alla data.





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