La livrea della
Rana temporaria, è per sua natura
fortemente variabile. Per cui occorre essere cauti nel trarre
conclusioni troppo drastiche sulla base di qualche osservazione. Ciò
non toglie che la livrea di questi adulti sembra proprio essere
chiarissima. Dovendola descrivere direi che il disegno sia quello
tipico della specie ma “lo sfondo” sia quasi bianco invece che mostrare
la caratteristica gamma di grigio-marrone-rossiccio.
Trattandosi di adulti tra i 3 ed i 5 anni, il fenomeno non è avvenuto
solo occasionalmente e solo quest'anno.
Avendone visti almeno 4-5 si può ipotizzare che nei casi in cui questi
esemplari si accoppiano tra di loro nascerà un grande numero di
esemplari con questa livrea. Cosa che sembra già essere capitata.
Un'anomalia genetica casuale genererebbe un solo individuo.
Ma questo è facile da verificare nelle prossime primavere sempre che il
lago non venga artificialmente messo in secca come capitava in anni
passati.
Resta il fatto che l'altissimo numero di girini macroscopicamente
“bianchi” è un fatto quanto meno raro e merita qualche osservazione.
La livrea della
Rana temporaria,
come qualsiasi caratteristica di qualsiasi essere vivente, è passata
attraverso i meccanismi della selezione naturale che hanno portato
all'aspetto che oggi conosciamo.
Il meccanismo riproduttivo, per sua natura produce una varietà infinita
di individui che cambiano in modo casuale e non sono mai identici –
gemelli monozigoti a parte.
I sopravvissuti alla selezione sono quelli che trasmettono le loro
caratteristiche alle generazioni future.
Perché
delle differenze diventino visibili in una popolazione, i tempi
richiesti da questo meccanismo da un punto di vista geologico
non sono neanche tanto lunghi, ma dal punto di vista umano sono enormi
e quindi solitamente impercettibili in una sola vita.
Ma cosa può innescare un cambiamento repentino?
La risposta esatta è “Non lo so”.
Ma dato che mi sono impegnato fino a questo punto, mi lancio anche in
un'ipotesi.
Non posso prevedere se si rivelerà esatta, sbagliata o se cadrà nel
nulla. Ma sicuramente la dedico al mio amico Charles Darwin che con le
sue capacità di osservazione assolutamente straordinarie, ha aperto la
strada alla comprensione di fenomeni altrimenti indecifrabili.
Il fatto che gli esemplari “bianchi” abbondino implica come minimo che
quella livrea non sia uno svantaggio. Mi spiego: se fosse “più”
visibile ai predatori, senz'altro non sarebbe comune.
Immaginerei questi casi:
- Si è innescato un fenomeno di selezione che per qualche motivo
favorisce questa livrea;
- è venuta meno la pressione selettiva che eliminava questa livrea
provocando la cosiddetta “deselezione” del gene che controlla il colore
permettendogli di variare almeno entro limiti diversi da prima.
Il
laghetto di Bó dâ Col è
alimentato da un rivolo d'acqua che sgorga dal sottosuolo poco a monte
del lago. In condizioni perfettamente naturali sarebbe quindi di acqua
estremamente limpida e pura come capita di solito nei laghi montani.
Ma non è così. Da tempo immemore, il lago è in una zona dedicata alla
pastorizia e, in particolare, negli ultimi decenni la presenza di un
allevamento di dimensioni significative nelle sue vicinanze ha portato
ad una presenza costate ed intensa di bovini.
L'ipotesi che formulerei è che le alterazioni
fisiche-chimiche-biologiche dell'acqua determinate dalla zootecnia
siano tali per cui la “nuova” livrea delle rane possa dare qualche
vantaggio favorendone la diffusione. Il corto ciclo riproduttivo delle
rane e l'elevatissimo numero di uova che depongono ogni anno potrebbero
essere alla base della rapida diffusione di un fenomeno che solitamente
richiederebbe tempi più lunghi.
Cosa provochi l'effetto è difficile dirlo. Ma possiamo immaginare
qualcosa di semplice. Basta che in questo lago le rane “bianche” si
mimetizzino meglio grazie al colore del fondo un po' diverso da quello
che avrebbe il lago in versione naturale per rendere più predabili
quelle “normali” con la conseguente espansione di quelle
“bianche”.

Due esemplari appena metamorfosati a settembre 2013.
A sinistra con la livrea normale; a destra con quella “bianca”.
Una foto non ha rilevanza statistica ma dà l'idea che la livrea chiara
possa non rendere l'animale più visibile; anzi sembrerebbe meno.
Occorre precisare che i predatori non hanno la vista umana e che le
rane temporarie vivono più nei prati che nell'acqua. Serve approfondire
ma la prima impressione è quella.
Effetto del colore
dello sfondo.
Gli anfibi hanno un certa capacità di adattare il loro colore a quello
dello sfondo per migliorare il mimetismo.
Su suggerimento di un erpetologo ho provato a cambiare il colore del
fondo dell'acquario per vedere che effetto avrebbe avuto sui girini.
A questo scopo ho usato ghiaia artificiale per acquari completamente
nera.
A quattro settimane dal cambiamento non ho rilevato cambiamenti
sostanziali del colore dei girini. Ho avuto l'impressione che un certo
inscurimento della livrea ci sia stato ma ad un livello che non mi è
stato possibile accertare e documentare. Potrebbe essere confermato se
i girini anomali avessero mantenuto la capacità di adattamento tipica
degli esemplari normali. Con al differenza che, partendo da un
colore radicalmente più chiaro, si hanno effetti diversi e poco
visibili.
Ho fatto l'esperimento a g4ennaio/febbraio 2014. In questa stagione i
girini non dovrebbero proprio esistere! Per cui non è possibile
separare l'effetto dello sfondo da quelli che possono essere indotti
dal ciclo di vita totalmente anomalo.

Esemplare fotografato a febbraio 2014 dopo alcune settimane
dall'introduzione della ghiai nera.
Ciò detto, si può proseguire nelle ipotesi dopo un po' di analisi via
internet.
I girini sono bianchi per mancanza di melanina (ovvio, ma è il punto di
partenza).
Sono anche neotenici; vale a dire che non metamorfosano o lo fanno in
ritardo.
Certi danni all'epifisi provocano entrambi questi problemi.
L'epifisi si danneggia per varie ragioni fra cui spiccano l'alta
concentrazione nell'acqua di calcio, fosforo e fluoro.
Il lago è alimentato da una sorgente che esce da una roccia calcarea
(unico caso nella valle) per cui potrebbe esserci molto calcio.
La forte presenza di bestiame porta escrementi che potrebbero aumentare
la presenza di fosforo e fluoro.
Se fosse confermato potrebbe verificarsi che le particolari condizioni
chimiche dell'acqua promuovono il fenomeno. Avvenendo su vasta scala e
su una specie che presenta comunque una mortalità elevatissima prima
dell'età adulta, gli svantaggi della speciale condizione potrebbero
perdersi nella naturale mortalità elevata e permettere la sopravvivenza
fino all'età adulta di un certo numero di individui.
Tutto questo non offre spiegazioni sulle possibili cause della mancanza
occhi. Un'ipotesi di cui ringrazio Daniele è che possa trattarsi di
attacchi dalle larve delle libellule che vedono particolarmente bene
gli esemplari anomali. Ma occorre aspettare una nuova stagione calda
per fare osservazioni utili per cercare conferme.
Io continuo a lavorarci.
Chi volesse scambiare opinioni può
contattarmi.
PS.
In queste valli imperversa la leggenda urbana secondo la quale il
livello di radioattività sarebbe altissimo a causa delle “porcherie”
che rilasciano le vicine centrali nucleari francesi perché “tanto poi
arrivano da noi”. A scanso di ipotesi strambe, mi sono premurato di
scorrazzare in lungo e in largo per la valle armato di contatore
Geiger. Si rilevano ovunque misure nell'intorno degli 0,2 μSievert
caratteristici della radioattività naturale.
Al fondo dei piccoli avvallamenti dove scorrono le acque accumulando
detriti si rileva qualche modesto aumento. In nessun caso ho visto
numeri che valesse almeno la pena di leggere.

Rilevazione di 0,196 μSievert fatta a bordo lago il 29 settembre
2013.

Il mito di un fantomatico nemico nucleare è così ampiamente diffuso che
è stato anche esplorato in modo umoristico su Topolino 3021
dell'ottobre 2013.