Nel 1988 salivo su un pullman in
partenza da Torino per Brighton, in Inghilterra, dove avrei frequentato
l'università. Fra le emozioni che mi sono rimaste più impresse c'è la
reazione di amici e parenti alla mia scelta. Chi mi prendeva per matto,
chi ne era affascinato, chi non riusciva a capire...
Ed eravamo alla fine del XX secolo. Figuriamoci quali potevano essere
le emozioni di chi partiva e di chi restava quanto la partenza avveniva
nel 1936 e per gli Stati Uniti!
È capitato a Piero Sartorio che ci racconta cosa è successo per mezzo
degli appunti che corredano le sue foto.
Pinerolo – Settembre 1936. Questo è l'amico Demo sul balcone
della mia camera da letto. Il panorama oggi dallo stesso punto sarebbe
molto diverso dato il notevole incremento edilizio intervenuto.
Archivio di
Piero Sartorio.
E qui, sullo stesso balcone della foto precedente, la foto di un
altro membro importante della famiglia, il cane Bill. Cosa facevo io in
quel periodo oltre che fotografare amici e cani? In effetti mi davo un
grande daffare, in quanto mi preparavo a partire niente meno che per
gli Stati Uniti. Approfittando di un bando di concorso per neolaureati
, avevo inviato a Roma a non so più quale organizzazione le relazioni
che avevo scritto sulle miniere spagnole n cui avevo fatto pratica ed
avevo ottenuto una borsa di studio per un corso di perfezionamento
presso l'università di Butte, Montana, U.S.A.
Stavo perciò preparandomi a partire, non appena avessi ottenuto il
benestare, e nel frattempo prendevo lezioni d'inglese dalla signora
Balena, vedova di un mio ex professore di francese al ginnasio. Inutile
aggiungere che ero molto elettrizzato dalla prospettiva.
Archivio di
Piero Sartorio.
Genova. Stazione marittima. 14 ottobre 1936. È arrivato il giorno
della partenza per gli Stati Uniti. La felicità è grande, ma sono
dominato da sentimenti di apprensione. Mi pare di fare un balzo nel
vuoto e temo di non avere il valore necessario per affrontare tante
nuove situazioni. L'America è ancora molto lontana a quel tempo e il
paese dove mi dirigo mi è perfettamente sconosciuto. Ma gli avvenimenti
incalzano e reagisco riacquistando la maggiore sicurezza possibile.
Papà e mamma mi accompagnano a Genova in auto. Dopo le formalità
d'imbarco, salgo a bordo del Rex, una delle più belle navi del mondo. È
mezzogiorno. Nel momento cruciale in cui la nave si stacca dalla
banchina fotografo i miei genitori che in preda alla commozione mi
salutano da terra. È veramente un istante indimenticabile.
Archivio di
Piero Sartorio.

La nave si è allontanata ancora un po' e già un breve spazio d'acqua ci
divide. Papà mi saluta con la mano. Due passi più indietro c'è la
mamma. La commozione del distacco viene subito temperata dalla perfetta
organizzazione della 1a classe: arriva un inserviente con una tazza di
brodo caldo ed è il primo gesto delle innumerevoli attenzioni di cui
sono oggetto i passeggeri. I rimorchiatori ci abbandonano e la nave
entra in mare aperto.
Archivio di
Piero Sartorio.