Questa borgata è completamente abbandonata e
ormai in stato di forte degrado.
Fra gli ultimi ad abitarla c’è stato un signore detto “il cieco” quando
questa espressione non era vista come un termine da evitare ma semmai
come una manifestazione di affetto e riconoscimento del diritto ad un
rispetto speciale. Avrebbe lasciato la borgata per andare a vivere a
Villa, facilmente accessibile dalla strada principale.
Dalla Maiera prende il nome anche la
cava
dei marmi aperta nel XX
secolo in sostituzione della precedente
Cabitto
che si trova sul
versante opposto.
Nel vallone sui cui si affaccia la borgata scende occasionalmente una
colossale
valanga che nel 1832
ha ucciso parecchie persone e nel 2008 è
riuscita a coprire il Germanasca e risalire sul versante opposto fino
alla strada.
Dalla borgata è passato nel 1689 il gruppo di valdesi che, di ritorno
dall’esilio, si stava riconquistando la terra natia.
È sita in una posizione bene assolata da dove si gode di uno splendido
panorama verso la Francia. Dista solo 400 metri in linea d’aria dalla
strada principale. Ma non esiste un collegamento carrozzabile che la
raggiunge. Per questo, con lo sviluppo della motorizzazione, ha perso
interesse ed ha finito per essere abbandonata. I suoi pascoli vengono
ancora sfruttati da pastori che arrivano solo d’estate e che usano la
soprastante borgata Prajet un po’ più comoda da raggiungere
partendo dalla carrozzabile che collega Indritti con la cava del marmo
Maiera.
È un luogo che lascia carichi di nostalgia perché fa capire chiaramente
che rappresenta le vestigia di un modo irrimediabilmente perduto. Dà
invece serenità pensare che sono scomparse anche le fatiche ed i disagi
che caratterizzavano le epoche passate e constatare come la natura, in
tempi brevi, riesce a riconquistare spazi un tempo sfruttati dalle
attività umane tornando facilmente all’antico splendore.

Vista sulla borgata.
Gennaio 2007.

Particolare.
Gennaio 2007.

Particolare.
Gennaio 2007.

Grosso salice che è continuato a crescere dopo essere crollato chissà
quando.
Gennaio 2007.

Ricrescite di salice su di un ramo caduto.
Gennaio 2007.