Successivamente al testo “Memorie di matematica e di fisica
della società italiana delle scienze” le prime notizie accurate di cui
disponiamo si trovano sul “Dizionario Storico Geografico degli Stati
Sardi” di Goffredo Casalis del 1847.
Lui cita “[...] uno scavo di 20 metri in circa di lunghezza su 4 di
larghezza , che scende a 45 gradi circa...”. Chiude la breve citazione
dicendo “ [...] questa miniera per altro non sembra essere stata un
filone, ma una semplice massa di minerale, che fu presto esaurita.”
È
difficile dire con certezza quale sia degli imbocchi oggi visibili
quello che cita il Casalis. Occorre tenere presente che le attività
estrattive sono durate sono durate una settantina di anni dopo la
pubblicazione del libro di Casalis per cui tutto può essere cambiato
nel frattempo.
Per quanto visibile oggi, non potendo verificare come
sono fatti gli imbocchi crollati... Di quelli accessibili il più
probabile è
M6
che in effetti presenta la pendenza, larghezza e
lunghezza che descrive Casalis, nonché le macchie di mineralizzazione
visibili dall'esterno.
L'imponente
opera del Casalis, dall'alto delle sue oltre 20.000 pagine, è
importante per svariate ragioni. Non è un libro così come lo intendiamo
oggi, scritto da un autore e che viene venduto a coloro che sono
interessati a leggerlo. È piuttosto il risultato di un enorme lavoro di
ricerca condotto dall'autore insieme ad una vasta schiera di
collaboratori che era stato commissionato con il preciso fine di
conoscere esattamente il territorio da tutti i punti di vista
permettendo scelte amministrative oculate. I singoli tomi, generalmente
focalizzati su zone ristrette, contengono ogni tipo di informazione
storica, economica e sociale.
Per quanto ho potuto verificare di
persona, la corrispondenza di quanto scritto al ciò che si vede “sul
campo” è generalmente ottima anche ad oltre un secolo e mezzo dalla
pubblicazione.
L'iniziativa di Cavour di fondare la società
mineraria “L'Esploratrice” probabilmente è stata influenzata anche
dagli studi del Casalis che evidenziavano svariate opportunità di
ricerca di minerali compresi quelli della Valle Germanasca per
la
quale parla anche dei marmi.
Come ricorda il Jervis, nel 1856 la
Società L'Esploratrice” ha ottenuto dal
Corpo Reale delle
Miniere un
permesso di ricerca per il Vallone delle Miniere che è decaduto per non
aver eseguito lavori.
Il seguito delle vicende del Vallone delle Miniere richiede i documenti
del
Corpo Reale delle Miniere
che vediamo di seguito.
Questo
documento della Prefettura di Torino datato 12 Agosto 1871 richiama la
revoca della concessione di ricerca alla Società “L'Esploratrice” per
abbandono dei lavori in occasione dell'esame di una nuova domanda di
permesso di ricerca fatta da un certo Giovanni Regis.
Dai documenti che ho consultato non si capisce se Giovanni Regis abbia
effettivamente seguito qualche tipo di lavoro.
Il
documento segnala la mancanza di una firma e chiede maggiori verifiche
sulle possibilità del richiedente di poter effettivamente fare dei
lavori.
Non ho visto seguito a questo.
È molto più chiara la fase successiva.
A chiedere il permesso di ricerca è stato Cirillo Tron.
Questi, faceva parte della stessa famiglia di Tron che comprendeva
parecchi imprenditori minerari operanti nelle valli.
Il 26 Luglio 1902 chiede una concessione di ricerca che gli viene
concessa il 9 Dicembre 1902.
L'ing.
Giovanni Poët, per conto di Cirillo Tron, ha fatto
varie
relazioni sull'andamento dei lavori e sulla consistenza del giacimento.
Fra
il resto, l'ing. Giovanni Poët sottolinea che esistevano
scavi
preesistenti che erano stato ripuliti ed altri fatti ex novo.
Da un documento del 5 Luglio 1903 si capisce che il direttore dei
lavori era Alessandro Tessore.
Non
ho trovato documenti che dichiarino ufficialmente la fine dei tentativi
di ricerca. Ma una relazione dell'ispettore del
Corpo Reale delle
Miniere fatta per il giacimento di Grange Pouzét dà l'idea
della
scarsità di minerale che caratterizzava questi affioramenti.

Visita dell'ispettore del
Corpo
Reale delle Miniere a Grange Pouzét del 13-07-1926.

Dopo avere fatto una accurata relazione delle varie gallerie
l'ispettore commenta:
[…] dato l'analogo risultato in giacimenti analoghi io non saprei
incoraggiare nuovi lavori.