Questa grossa teleferica militare collegava il pianoro di Bô dâ Col con
il
Pian Fréiboujo.
La stazione di Bô dâ Col è completamente scomparsa e si possono solo
più scorgere alcuni tratti di muri abbattuti. I basamenti dei
cavalletti sono per lo più visibili. La stazione del
Pian Fréiboujo, benché diroccata, è
facilmente identificabile.
Era definita una teleferica “portaferiti” che sarebbe servita ad
evacuare rapidamente i feriti in caso di combattimento in zona. Era
azionata ad acqua. Un acquedotto a monte del
Pian Fréiboujo
trasportava l'acqua alla stazione di monte della teleferica dove veniva
messa nelle benne discendenti che per gravità scendevano a valle
consentendo di far risalire un peso corrispondente.
Non risulta sia mai stata usata per trasportare feriti. È stata invece
usata per portare a valle militari vittime di assideramenti e,
continuamente, per portare in quota uomini, armi e materiali anche per
costruire le altre strutture in quota.
Durante il periodo bellico venivano fatte delle corvée in cui i
montanari portavano rifornimenti in quota. La teleferica consentiva di
arrivare rapidamente al
Pian Fréiboujo
da dove poi si arrivava alle varie postazioni. Quando questo avveniva
d'inverno le difficoltà erano moltiplicate dal clima e alla fatica si
aggiungeva il pericolo delle valanghe.
Zona della stazione di partenza in prossimità del
Lago di Bô dâ Col come si presentava ad
agosto 2013.
Zona della stazione di partenza in prossimità del
Lago di Bô dâ Col come si presentava
intorno al 1960.
Archivio
Di Gennaro.
A livello del terreno si vedono ancora affiorare i muri dell'edificio
demolito.
Agosto 2013.
Basamenti di un cavalletto sul bordo del
Lago
di Bô dâ Col ad agosto 2013.
Un buco nell’acqua…
Situazione quantomeno improbabile. Un basamento della teleferica
affiora dal
lago
in modo che l’acqua lo sommerga completamente; ma la forma
piramidale fa sì che il buco che ospitava il palo resti all’asciutto,
permettendo la fioritura della
Tussilago
farfara.
Primavera 2014.
Particolare della
Tussilago
farfara.
Primavera 2014.
Basamenti del secondo cavalletto a Bô dâ Col ad agosto 2013.
Basamenti di un cavalletto sopra a Bô dâ Col ad agosto 2018.
Basamento di una serie di parecchi cavalletti ravvicinati prima
dell’arrivo a
Pian Fréiboujo.
Agosto 2013.
Basamenti della serie di parecchi cavalletti ravvicinati prima
dell’arrivo a
Pian Fréiboujo.
Agosto 2013.
In questa zona si vede una notevole fila
di basamenti a distanza ravvicinata.
È la conseguenza di un'esigenza tecnica che nasce dalla necessità di
far passare un valico alla teleferica. In sostanza succede che se la
fune portante si piegasse in modo repentino, gli sforzi cui sarebbe
sottoposta comprometterebbero la sopravvivenza dell'impianto.
La fune, deve sempre essere posata sui cavalletti libera di assumere la
cosiddetta forma a “catenaria” che è caratterista di una fune o catena
sospesa fra due sostegni.
Questo deve succedere anche quando la curva è al rovescio. La fune deve
avere la stessa forma ma con la curva verso l'alto. Per ottenere questo
risultato, non potendo contare sulla forza di gravità, occorre
calcolare che forma deve avere e predisporre serie di cavalletti che la
determinino in modo forzoso.
Rappresentazione schematica del percorso che deve fare la fune.
Forma della catenaria.
Ed ecco, da un testo di quell'epoca, come si procedeva per calcolare la
forma della curva che la fune doveva prendere.
Come si progetta e si costruisce una teleferica per il trasporto di
merci e di persone
Ing. Prof. Odoardo Harley di San Giorgio
G. Lavagnolo Editore.
Torino 1937
Vista dall’interno della stazione di
Pian
Fréiboujo nell’estate 2007.
Stazione di
Pian Fréiboujo
nell’estate 2007 con l’indicazione del percorso dei cavi.